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Tlc - Forte sviluppo del 5G standalone e primi passi verso il 6G

Nel 2025 altre 400 milioni di persone avranno accesso al 5G,

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Il Sole24Ore riporta le principali indicazioni dell’Ericsson Mobility Report, secondo cui il 5G “puro” (standalone) sta accelerando rapidamente a livello globale, con 93 operatori che lo hanno già introdotto e 65 servizi commerciali attivi. Le previsioni stimano 6.4 miliardi di abbonamenti 5G entro il 2031, di cui il 65% standalone, sostenuti dal network slicing e dalle applicazioni industriali.

Nel 2025 altre 400 milioni di persone avranno accesso al 5G, mentre il traffico mobile crescerà del 20% annuo fino al 2031. Il 6G è atteso dal 2030, con circa 180 milioni di abbonamenti entro il 2031, in un contesto in cui l’Europa rischia ritardi rispetto a Cina e USA. In Italia la transizione al 5G SA rimane più lenta, frenata dai costi e dal nodo del rinnovo delle frequenze.

Wind3 ha di recente lanciato il servizio 5G standalone e network slicing (rete dedicata con bassissima latenza e accesso prioritario anche in condizioni di forte traffico) per le PMI. Il CEO di TIM Pietro Labriola ha sottolineato che l’Italia detiene un primato per l’elevato costo delle frequenze 5G del 2018, un fattore che ha ridotto le risorse disponibili e rallentato lo sviluppo della rete 5G standalone, oggi ferma allo 0,8%. In Brasile, dove il rinnovo delle frequenze è avvenuto in modo non oneroso per gli operatori a fronte di un impegno concreto nella costruzione della rete, la copertura del 5G standalone ha già raggiunto il 63%.

Nella nostra SOP su TIM abbiamo recentemente incorporato, ad una probabilità del 66%, i benefici dal possibile rinnovo a condizioni agevolate o gratuite delle licenze spettro in scadenza nel 2029 (NPV di €2.1bn, pari a circa €0.06/azione sul nostro TP di €0.65), in cambio di impegni su maggiori investimenti di rollout. In questo contesto, il 5G Standalone richiederà nuove infrastrutture non più ancorate alle torri 4G.

Per contenere i costi di rollout, gli operatori potrebbero ricorrere ad un accordo di RAN sharing (condivisione degli apparati attivi). Un’eventuale JV TIM/Fastweb/Wind3 (benefici non ancora inclusi nella nostra SOP) potrebbe garantire risparmi significativi sui CapEx, contribuire a deconsolidare la leva e migliorare i ritorni sugli investimenti, senza particolari rischi antitrust (rispetto a ipotesi di consolidamento diretto).


 Redazione

I giornalisti finanziari e gli analisti di Websim