Tim - Open Fiber, no all'offerta di FiberCop sui lotti PNRR
La scadenza del 30 giugno impone che ogni lotto raggiunga almeno il 70% di copertura dei civici.

Il Giornale riporta che il confronto tra Open Fiber e FiberCop per il subentro nei 5 lotti PNRR in ritardo si è arenato a causa di divergenze su indennizzi, valutazioni e tempistiche. Open Fiber, secondo quanto riferito, sarebbe pronta a rischiare la revoca del lotto in Toscana pur di non accettare condizioni economiche ritenute non congrue.
La scadenza del 30 giugno impone che ogni lotto raggiunga almeno il 70% di copertura dei civici.
Per rispettare gli obiettivi, la società starebbe valutando soluzioni alternative, tra cui l’uso temporaneo della tecnologia FWA. Entro il 2026, dovrà completare la copertura di 2.1mn di civici.
Indiscrezioni già apparse sulla stampa ad inizio giugno (La Repubblica, 5 giugno) sul mancato accordo tra OF e FiberCop per la cessione delle aree grigie a FiberCop.
Trattandosi di una cessione di asset, e non di un accordo di reciproco accesso all’infrastruttura, è verosimile che l’operazione non avrebbe generato sinergie industriali e, di conseguenza, non avrebbe attivato l’earnout a favore di TIM.
Non vediamo quindi readacross negativi per TIM da questa notizia. Ricordiamo che un’eventuale intesa in grado di generare sinergie – anche solo di natura commerciale – tra FiberCop e Open Fiber entro la fine del 2026 (ossia entro 30 mesi dalla cessione di FiberCop) consentirebbe a TIM di incassare fino a Eu2.5bn, pari al 75% delle sinergie stimate, considerato ad una probabilità del 40% nella nostra SOP, equivalente a circa €0.05/azione nel nostro target price di €0.45/azione ordinaria.
Per INWIT non vediamo rilevanti implicazioni derivanti dal maggiore ricorso alla tecnologia FWA da parte di Open Fiber, cliente di INWIT, nelle aree oggetto di intervento, in quanto si tratta di una soluzione transitoria che, secondo quanto previsto dal bando Infratel, dovrà essere successivamente convertita in infrastruttura FTTH.