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TIM - CDPE e MIRA presentano un'offerta per la Rete con scadenza fine marzo

Offerta migliorativa ripetto a KKR, ma basterà a convincere gli azionisti di riferimento? 

Il consorzio formato da CDP Equity (CDPE) e da Macquarie Infrastructure and Real Assets (MIRA) ha presentato ieri un’offerta non vincolante (NBO) per l’acquisto del 100% di NetCo includendo nel perimetro gli asset di rete fissa, le attività di FiberCop, nonché la partecipazione in Sparkle.

L'offerta, che scade il 31 marzo 2023, sarà sottoposta all'esame preliminare del Comitato Parti Correlate, ai sensi della normativa applicabile a CDPE, quale parte correlata di TIM (avendo il 9.9% del capitale ordinario TIM), e sarà, a seguire, portata all'attenzione del CdA, nella riunione già programmata del 15 marzo 2023 o in un’altra data da definire.

Principali indicazioni dai giornali:

l’offerta ammonterebbe a circa 18 Mld, prima di includere circa 2 mld di earnout (in caso di realizzazione rete unica) e prevede una struttura di circa 10 mld di Equity e 8 mld di debito.

Rispetto all’offerta di KKR (sempre 18 mld + 2 mld di earnout), CDPE/MIRA offrirebbero una valutazione superiore per la rete primaria rispetto a quella secondaria di FiberCop (58% TIM, 37.5% KKR), quindi con un mix migliore quindi a favore di TIM in termini di deleverage (circa di 2-2.5 mld meglio).  

Secondo La Repubblica, l’offerta conterrebbe circa 1 mld di voucher da parte del governo e migliori termini contrattuali nella relazione tra NetCo e ServiceCo (l’offerta di KKR prevederebbe il riconoscimento a Netco di minimi garantiti da parte della ServiceCo).

Secondo il Messaggero, l’offerta non prevederebbe alcuna richieste di riassorbire nel tempo 5.000 persone nella ServCo, a differenza dell’offerta presentata da KKR,   e ipotizzerebbe la cessione di asset in aree in sovrapposizione tra NetCo e Open Fiber per superare più facilmente la review antitrust.