TELECOM ITALIA - Vivendi: possibile convergenza sulla cessione della NetCo a 24-25 miliardi?

FATTO
Dopo l'intervista de La Repubblica a CEO di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, che si è chiaramente opposto ad una cessione della NetCo di TIM a 17-21 mld (range di consensus), il Sole24Ore lascia intendere che, nel caso di una cessione con conferimento asset anziché con scissione proporzionale, VIV potrebbe avere armi più spuntate nell’esercitare la sua minoranza di blocco nell’assemblea di TIM convocata per votare l’operazione.
Infatti, in caso di scissione proporzionale (comportando un cambiamento della struttura del capitale), è richiesta la convocazione di un’assemblea straordinaria di TIM e il quorum deliberativo sarebbe quello dei 2/3 del capitale presente e in tal caso un’eventuale astensione o voto contrario di VIV comporterebbe un blocco automatico; mentre, nel caso di una cessione di asset, il voto assembleare non sarebbe necessario e l’assemblea convocata su base volontaria da TIM (come stabilito nell’MOU della scorsa settimana), a titolo consultivo e ad ulteriore tutela degli interessi degli azionisti, potrebbe quindi non richiedere un quorum deliberativo così alto, ma piuttosto un quorum ordinario (50%+1 del capitale presente) che lascerebbe meno spazio a VIV per contrastare l’operazione.
La Repubblica riferisce di un no comment da parte di CDP/governo sulla posizione di VIV, che sembrerebbe essere legata ad una strategia negoziale per spuntare una maggiore valutazione per la NetCo, ma si confida che i francesi possano trovare un punto di convergenza, anche perché, senza un via libera del governo, la rete TIM non potrebbe essere venduta a nessun altro, come peraltro emerso di recente con la proposta di OPA su TIM da parte di KKR. Inoltre, le modalità attraverso cui strutturare l’operazione possono essere diverse.
Il Sole24Ore riferisce che il 7 giugno si discuterà in AGCOM del coinvestimento di FiberCop, con la possibilità che il progetto debba essere riesaminato da punto iniziale (alla fase istruttoria, mentre ora è stato invece già inviato alla UE) per considerare la richiesta presentata da TIM di rivedere i prezzi wholesale per l’inflazione.
EFFETTO
La negoziazione appena iniziata sulle valutazioni potrebbe risultare agevolata a fronte di una minore capacità di VIV di far valere la sua minoranza di blocco nel voto assembleare TIM. A fronte di un’assemblea convocata su base volontaria per la cessione della rete, andrà verificato se la scelta del tipo di quorum è altrettanto discrezionale e se potrebbe ricadere sul presidente dell’assemblea (attuale chairman di TIM).
In questo senso comprendiamo maggiormente l’interesse di VIV, confermato nell’intervista di ieri, a rivedere la governance del Gruppo, per “garantire un’assemblea più coesa nel voto per lo scorporo della rete”. Sulla valutazione, un punto di convergenza a 24-25 mld ci sembra ragionevole e realistico, soprattutto guardando i multipli prospettici pagati da CDP e Macquarie per OF, ma riteniamo che sia ancora prematuro soffermarsi sulle valutazioni, in assenza di chiare indicazioni sui perimetri della NetCo (es. inclusione backbone, livello di personale conferito).
Raccomandazione su TIM MOLTO INTERESSANTE, target price a 0,47 euro.
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