TELECOM ITALIA - Rumours su Debito Netto sotto quota 15 miliardi a fine 2025
FATTO
Secondo il Messaggero, il nuovo piano industriale di TIM potrebbe basarsi su tre cluster:
• il raggiungimento di un debito netto sotto 15 mld a fine 2025, prima di includere benefici da operazioni straordinarie, in particolare sulla rete;
• il mantenimento di un buon profilo di cassa;
• rilancio della crescita del fatturato anche attraverso la vendita di nuovi prodotti/servizi multimediali e tecnologici su Cloud (Noovle), Cybersecurity (Telsy), IoT (Olivetti), Connettività (TIM Enterprise).
Continuano le indiscrezioni del weekend su una potenziale offerta da 24 mld per NetCo, circa +0.20 euro in più rispetto alla precedente offerta.
Nonostante le smentite, Il Messaggero parla di una certa flessibilità da parte di Vivendi nel negoziare un’offerta anche inferiore a 31 mld, mentre secondo MF e il Corriere della Sera occorrerà aspettare più tempo per l’offerta per tener conto dei benefici dagli incentivi allo studio del governo per rilanciare il settore telefonico.
Secondo il Messaggero, Vivendi punterebbe ancora alla scissione proporzionale di TIM in due società quotate (NetCo e ServCo), scenario poco gradito a CDP e fondi che non potrebbero acquisire titoli quotati e preferirebbero semmai quotare NetCo in una fase successiva.
Con la scissione proporzionale, scrive sempre il Messaggero, dovrebbero poi anche essere convertite anche le azioni di risparmio. MF scrive che TIM potrebbe partecipare in JV con altri operatori telefonici europei (DT, Orange, Telefonica, Vodafone) per costituire una piattaforma tecnologica di digital advertising in grado di competere con gli OTT.
EFFETTO
Un debito netto sotto quota 15 mld su base after lease a fine 2025 ci sembra un target molto ambizioso ma credibile (noi stimiamo un debito netto a 19.7 mld a fine 2015) e se confermato si tratterebbe di un importante upside dal nuovo piano industriale che verrà presentato il prossimo 15 febbraio.
Il miglioramento potrebbe essere legato ad un rilancio della crescita del fatturato e della profittabilità nel mercato domestico (negli ultimi mesi lo stesso CEO Labriola aveva prospettato la possibilità di un miglioramento dei target), i benefici legati agli incentivi del governo (circa 0.3-0.4 mld/anno su EBITDA solo dal taglio dell’IVA e circa 0.1 mld/anno dall’aumento delle tariffe wholesale), ma anche ad una significativa riduzione dei Capex (nelle nostre stime ipotizziamo <4 mld sul Gruppo già dal 2024) grazie all’ottimizzazione degli investimenti sulla rete (esempio decomissioning della rete in rame) ma anche rimborsi legati ai finanziamenti PNRR delle gare vinte nelle aree grigie in cui TIM sta investendo per la costruzione dell’infrastruttura.
Raccomandazione su TIM MOLTO INTERESSANTE, target price a 0,42 euro.
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