TELECOM ITALIA - Nuove misure restrittive su settore: durata contratti 12 mesi e rincari frequenze

FATTO
Il Messaggero parla delle nuove norme nel decreto del governo per recepire la direttiva europea sulle comunicazioni e che sarà esaminato giovedì in Parlamento:
• i contratti di telefonia, mobile e fissa, non potranno durare più di 12 mesi (rispetto ai 24 attuali). Secondo gli operatori, a fronte di una scadenza più ravvicinata, c’è il rischio di costi più elevati per modem e smartphones o anche costi di attivazioni, tipicamente spalmati sulla durata del contratto.
• Aumento di circa il 50% i diritti amministrativi e i contributi per l’uso delle frequenze. Il rincaro per l’intero settore è quantificato in circa 100 mln.
• Aumento delle sanzioni comminate agli operatori, fino al 5% del fatturato.
• A rischio, secondo le prime stime degli operatori, circa l’8% della forza lavoro, ovvero circa 8mila uscite su un settore da 100mila occupati e che negli ultimi 10 anni ha già visto un calo del 20%.
EFFETTO
Dopo il passaggio in parlamento, il testo dovrebbe tornare in tempi ristretti al vaglio del governo per l’approvazione definitiva. La misura a nostro avviso più restrittiva è la riduzione della durata dei contratti in termini di impatto per i consumatori. Per TIM la quota di ricavi differiti tra 12 e 24 mesi relativi a contratti con clienti (contract liabilities) pesa mediamente circa Eu100mn l’anno (ovvero lo 0.8% del fatturato domestico, erano 106 mln nel 2020 e 94 mln nel 2019) che si riversano a conto economico in base alla durata dai vincoli contrattuali entro i due anni successivi, mentre la quota di ricavi differiti entro 12 mesi è già oggi preponderante e vale circa 700 mln l’anno (741 mln nel 2020).
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