TELECOM ITALIA - Kkr disposta a trattare sulla Rete
FATTO
Venerdì il CdA di TIM, pur esprimendo apprezzamento, ha riconosciuto che l’offerta non vincolante di KKR non riflette pienamente il valore di Netco e le aspettative di TIM anche in termini di sostenibilità della società risultante dall’operazione e ha deliberato di mettere a disposizione di KKR – non in esclusiva – alcuni specifici elementi informativi e di richiedere le ulteriori indicazioni necessarie per comprendere a pieno gli assunti e gli economics della proposta, con l’obiettivo di ricevere un’offerta migliorativa entro il 31 marzo p.v.
La stampa riferisce che venerdì mattina si sarebbe tenuto a Palazzo Chigi un incontro tra funzionari del governo, di CDP e di KKR, in cui secondo il Sole24Ore di sabato KKR avrebbe espresso riserve sul potenziale ruolo di CDP in un veicolo per acquisire congiuntamente la NetCo di TIM, considerando i rischi antitrust.
Secondo il Messaggero, Vivendi preferirebbe il lancio di un’offerta collettiva finalizzata al delisting di TIM da parte di un veicolo partecipato da Vivendi, KKR, CDP e/o altri soggetti (Il Corriere della Sera rilancia il possibile coinvolgimento di FSI per l’acquisto di NetCo).
Il Sole24Ore di sabato riporta infine un aggiornamento sul piano di incentivi al settore allo studio del governo: il taglio dell’IVA (dal 22% al 10%) che potrebbe valere oltre Eu550mn, una nuova tranche di voucher da Eu400mn per la connettività ultrabroadband da discutere con l’Europa; l’inclusione degli operatori telefonici tra le aziende più energivore (provvedimento ancora in discussione in Senato) e l’alleggerimento dei limiti elettromagnetici.
EFFETTO
La decisione del CdA di TIM era ampiamente scontata, dopo la proroga di un altro mese chiesta da KKR lo scorso 21 febbraio. Tale proroga potrebbe rivelarsi funzionale non solo al miglioramento dell’offerta per cercare di ridurre l’elevato gap sulla valutazione di NetCo (offerta di KKR da Eu18bn + Eu2bn di earn-out sulla rete unica) rispetto ai desiderata di Vivendi (Eu31bn), ma anche al raggiungimento di un accordo con il governo per un’offerta congiunta sull’asset (a nostro avviso, scenario più probabile) o alla presentazione di una controfferta da parte di CDP/governo (scenario meno probabile).
Ricordiamo che il nostro TP di Eu0.42 è costruito su una valutazione base per NetCo di Eu20bn e ogni Eu1bn di maggiore valutazione per l’asset si traduce in un incremento di Eu0.05 del nostro TP. Sul fronte antitrust, andrà verificata la posizione dell’authority su un eventuale investimento del governo tramite un altro veicolo diverso da CDP, dal momento che il governo come soggetto apicale si troverebbe comunque a controllare, seppur indirettamente, sia Open Fiber tramite CDP sia la governance di NetCo tramite un’altra società pubblica. Inoltre, non è chiaro se l’utilizzo di un veicolo governativo diverso da CDP possa comportare un impatto di rilievo sul debito pubblico (in cui non è invece consolidato il debito di CDP).
L’eventualità di un’operazione di take private collettiva supportata da Vivendi potrebbe invece continuare ad alimentare l’appeal speculativo sul titolo, come opzione di ultima istanza laddove non dovesse essere raggiunto un accordo sulla valutazione di NetCo.
Questa opzione, pur non risolvendo il tema del debito di TIM, consentirebbe agli azionisti di minoranza di uscire da TIM cristallizzando un premio upfront sulle valutazioni attuali senza incorrere in execution risks legati al futuro break up degli asset. Attualmente Vivendi ha in carico la partecipazione del 23.75% in TIM a Eu0.62/azione (acquisita a Eu1.07/azione), al doppio rispetto ai prezzi correnti e un’ulteriore svalutazione della quota (prossimi risultati FY22 di Vivendi in uscita il prossimo 8 marzo) potrebbe agevolare di gran lunga un accordo sul prezzo d’OPA per un’operazione di take private collettiva.
Raccomandazione su TIM MOLTO INTERESSANTE, target price a 0,42 euro.
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