TELECOM ITALIA - Il management sonda interesse per gli asset retail, altri rumors

Per il sottosegretario l'opa è "pura fantasia"

FATTO
Reuters riporta che il management di TIM starebbe sondando l'interesse degli investitori (tra cui Iliad e Poste) per i suoi asset retail e per TIM Brasil, su cui almeno due soggetti si sarebbero fatti avanti. 

Sul Brasile il management di TIM procederebbe con cautela: la cessione dell’asset che genera circa il 30% dell'Ebitda del gruppo potrebbe essere pericolosa per il rating di TIM, a meno che non riesca a strappare una valutazione a premio. 

Dal canto suo, KKR, secondo quanto riportato da Bloomberg, starebbe valutando un’offerta per NetCo di TIM a condizione di avere come partner il governo. Secondo la Repubblica di ieri, in vista del Cda di giovedì il cui Massimo Sarmi dovrebbe essere cooptato in CdA, non è esclusa in futuro la nomina del manager ad executive chairman o CEO di TIM, grazie al supporto di Vivendi e di CDP. Sulla rete, secondo il giornale, l’opzione più probabile sembra quella della scissione proporzionale in NetCo e ServiceCo, mentre l’aumento di capitale appare come una soluzione ultima. 

Nel CdA di giovedì si dovrebbe anche parlare anche dei ritardi di FiberCop nelle aree grigie coperte dalla gare del PNNR, ritardi che potrebbero pregiudicare l’ottenimento dei rimborsi  e avere ripercussioni sullo sviluppo del 5G e del polo strategico nazionale.

EFFETTO
Non emergono nuovi spunti, ma leggiamo con favore l’impegno del management a trovare controparti per gli asset retail, in vista di una possibile dismissione degli stessi, volta a garantire l’assenza di integrazione verticale e a favorire una futura combinazione degli asset infrastrutturali di TIM con quelli di OF. 

Valutiamo TIM Enterprise circa 9 mld e TIM Consumer circa 4 mld, assumendo per quest’ultimo asset ancora in fase di turnaround (nella nostra SOP stimiamo un EV di -1.1 mld) un multiplo di 6x inferiore ai 7.5x proposti da Iliad a febbraio per l’acquisto degli asset di Vodafone Italia.

Quanto alle opzioni tecniche sulla rete, esprimiamo una certa cautela sul break-up tramite scissione proporzionale in due società quotate per la rete e per i servizi: questa opzione non risolverebbe il tema del debito (non contemplando alcun liquidity event per TIM), potrebbe avere un iter autorizzativo piuttosto lungo (necessario placet degli azionisti di risparmio) e altrettanti rischi di execution (sostenibilità finanziaria e modello non ancora testato di un ServiceCo quotata), inoltre siamo abbastanza scettici sulla capacità del mercato di far emergere valutazioni per gli asset quotati superiori a quelle offerte dai fondi di PE e infrastrutturali. La cessione degli asset retail su cui il management starebbe lavorando potrebbe invece favorire il contesto ideale per un’OPA futura su TIM e assicurare maggiore opzionalità a TIM, consentendole di abbattere l’indebitamento. 

A nostro avviso, l’opzione preferibile e maggiormente market friendly resta quella di un’OPA totalitaria collettiva su TIM da parte di CDP, VIV e fondi finalizzata al delisting di TIM: in questo scenario verrebbero infatti maggiormente tutelati ex ante gli azionisti minoranza TIM grazie alla possibilità di essere liquidati ex ante con un premio cash senza essere esposti ad alcun execution risk legato al break up e alla successiva dismissione degli asset retail.contro di settimana prossima, ma non escludiamo uno slittamento della scadenza inizialmente indicata per fine anno.

Raccomandazione su TIM MOLTO INTERESSANTE, target price a 0,43 euro.  

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