TEMI CALDI

TELECOM ITALIA - Il governo apre un tavolo per definire soluzioni su rete a controllo pubblico

Confermiamo target e raccomandazione

FATTO
Il Governo vuole promuovere un tavolo per definire entro fine anno le possibili soluzioni di mercato per una rete nazionale di telecomunicazioni a controllo pubblico. Lo scrivono in una nota il ministro dell'Industria Adolfo Urso e il sottosegretario alla presidenza con delega a questo dossier Alessio Butti.

Ieri si è svolta la riunione dei sindacati dei lavoratori a Palazzo Chigi senza che fosse presente nessun ministro, presente solo il Capo di Gabinetto Caputi. Il governo non avrebbe dato ai sindacati alcuna reale indicazione su un piano per TIM.

Domani è atteso un CdA di TIM in cui potrebbe essere discussa un’azione legale contro il precedente management di TIM sull’affare DAZN (La Repubblica) e sulla governance per la sostituzione di De Meo: in pole posizione Stefano Proverbio di McKinsey, tra gli altri nomi citati Barbara Cominelli di JLL o Giulio Gallazzi, board member di MFE (Il Sole24Ore)

Il nuovo CdA di TIM si riunirà poi a metà dicembre per discutere il Piano B alternativo alla cessione di NetCo. 

Dalla stampa emergono due nuove indicazioni:

• La Stampa rilancia l’ipotesi di uno spinoff della rete tramite una scissione proporzionale, idea che potrebbe essere gradita da Vivendi: CDP (che parte dal 9.8%) potrebbe salire nella rete attraverso concambi facendo avanzare Vivendi (ora a 23.75%) nella società di servizi. 

• Il Sole24Ore riferisce che il vecchio progetto di rete unica non funzionerebbe perché vedrebbe l’opposizione di DGComp. L'idea potrebbe essere quella di avere una Rete Unica più piccola, solo per le Aree Bianche e Grigie, mentre nelle Aree Nere dovrebbero continuare ad esistere 2 o 3 Reti in competizione. Anche in questo caso non sono tuttavia chiare le modalità per implementare questa soluzione. 

EFFETTO
Apprezziamo il pragmatismo del nuovo governo per definire una soluzione sulla rete entro fine anno. Rispetto alle alternative riportate dalla stampa, l’OPA totalitaria finalizzata al delisting della Società ci sembra la strada preferibile e più market friendly: in questo scenario verrebbero infatti maggiormente tutelati ex ante gli azionisti minoranza TIM grazie alla possibilità di essere liquidati ex ante con un premio cash senza essere esposti ad alcun execution risk legato al break up e alla successiva dismissione degli asset retail.

L’ipotesi di una scissione proporzionale di TIM in due società quotate ci sembra altrettanto percorribile, ma non è esente da rischi.

Vediamo come vantaggi da un lato la possibilità di avere sin da subito una NetCo quotata verso cui far confluire Open Fiber con valutazioni di mercato trasparenti verso tutti gli stakeholders, garantendo fin da subito l’assenza di integrazione verticale, ma anche l’opportunità di ridurre l’impegno finanziario per CDP per arrivare a controllare la rete unica, grazie alla presenza di minorities quotate.

Nel contempo andranno valutati in questo caso alcuni aspetti non secondari: in particolare, le tempistiche relative all’iter autorizzativo in EGM (elemento che in passato aveva fatto propendere per il carveout e cessione della rete a NewCo, come opzione più rapida e meno complessa), la ripartizione del debito tra le due società e la necessità di procedere o meno con una conversione delle azioni di risparmio o in alternativa lasciare una doppia classe di azioni per ciascuna società quotate a valle della scissione. Per queste ragioni, considerando in chiave speculativa l’opzionalità (o piuttosto la necessità) di una conversione ma anche il miglior profilo di rischio/rendimento, manteniamo la nostra preferenza sui titoli di risparmio (target price 0.46 euro) rispetto a quelli ordinari (target price 0.43 euro).  

Raccomandazione su TIM MOLTO INTERESSANTE, target price a 0,43 euro.  

www.websim.it