TELECOM ITALIA - Etisalat primo azionista di Vodafone con una quota del 9.8%

L’attenzione della stampa si sposta ora alle valutazioni degli asset
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FATTO
L’operatore Etisalat (al 60% controllato dal governo degli Emirati Arabi) ha acquisito una partecipazione del 9.8% in Vodafone per 4.2 mld di euro, divenendo il primo socio del gruppo UK, seguito Blackrock (6.2%), Vanguard (5%), Hsbc (3.7%) e Norges Bank (2.6%).

Etisalat ha chiarito che la partecipazione rappresenta un investimento di natura solo finanziaria e di lungo termine, con connotati amichevoli: Etisalat ha infatti espresso supporto alla strategia dell’attuale management di Vodafone e puntualizzato di non avere in programma alcuna offerta per rilevare il controllo del Gruppo o per arrivare esercitare un’influenza notevole sul Board. 

EFFETTO
L’interesse di gruppi esteri e di fondi sovrani conferma l’appeal speculativo sull’intero settore europeo. L’annuncio da parte di Etisalat arriva all’indomani delle indiscrezioni su un possibile merger in UK tra Vodafone e 3UK, primo test per eventuali operazioni di consolidamento anche in altri mercati europei (in particolare Italia e Spagna).

Non escludiamo che l’ingresso di importanti capitali in Vodafone possa anche riverberarsi in Italia, dove il Gruppo UK ha di recente respinto l’offerta di Iliad e Apax per le attività di Vodafone Italia (valutati 11.25 mld) e potrebbe avere ora meno interesse a fare cassa.

Non escludiamo che Iliad, destinata ad avere un ruolo di protagonista in un’operazione di consolidamento in Italia (avendo la minore quota di mercato), possa guardare ora con interesse alla ServiceCo di TIM o ad una integrazione con un operatore fisso come Fastweb o Linkem/Tiscali.

La prima opzione ci sembra quella più razionale: un’integrazione con la ServiceCo garantirebbe ad Iliad significative sinergie commerciali (market repair, maggiore razionalità sui prezzi) e industriali (condivisione rete 5G, spettro e apparati attivi) e un’interessante esposizione al business wireline di TIM, ma andrà necessariamente verificata la posizione dell’antitrust.

Dai tempi della fusione di Wind-3 nel 2016 ad oggi, la competizione nel settore si è molto inasprita a scapito dei ritorni sugli investimenti per gli operatori, e questo potrebbe portare ad un cambiamento di approccio da parte del regolatore con l’imposizione di rimedi non necessariamente finalizzati a favorire l’entrata di nuovi player (come invece avvenne con l’entrata di Iliad post fusione di Wind/3).

Raccomandazione su TIM MOLTO INTERESSANTE, target price a 0,47 euro.  

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