TELECOM ITALIA - Butti: prematuro parlare di Opa totalitaria

Per il sottosegretario è "pura fantasia"

FATTO
Il sottosegretario Butti ha precisato che “parlare ora di OPA totalitaria è pura fantasia e che, se quello fosse il caso, gli strumenti e le modalità saranno individuati a tempo debito dai soggetti in campo”. Ha inoltre aggiunto che l'obiettivo della rete unica nazionale wholesale-only sarà raggiunto non solo secondo precise regole trasparenti e di mercato, ma anche in assonanza con i principi europei a difesa della competizione e dei consumatori, per assicurare all'Italia un nuovo ruolo internazionale nelle tic. 

Ieri il CdA di Tim si è riunito per ratificare la fine delle trattative con CDP legate all’MOU su NetCo, e per manifestare la propria disponibilità al confronto nelle sedi istituzionali. 

TIM continuerà, in linea con il piano di delayering presentato lo scorso 7 luglio, a valutare tutte le opzioni per raggiungere gli obiettivi del superamento dell’integrazione verticale e della riduzione dell’indebitamento. 

In ultimo, è stato cooptato in consiglio Giulio Gallazzi e avviato il percorso per la sostituzione di Frank Cadoret. 

EFFETTO
Le precisazioni del Sottosegretario arrivano dopo un pesante sell-off per il titolo, a conferma del fatto che un’OPA totalitaria su TIM finalizzata al delisting rappresenta oggi uno scenario non sgradito al mercato. 

Restiamo del parere che l’opzione preferibile sia quella di un’OPA totalitaria collettiva su TIM, da parte di CDP, VIV e fondi, finalizzata al delisting. In questo scenario, verrebbero infatti maggiormente tutelati gli azionisti di minoranza di TIM, grazie alla possibilità di essere liquidati ex ante con un premio cash senza essere esposti ad alcun execution risk legato al break up ed alla successiva dismissione degli asset retail. 

Altre opzioni ci sembrano al momento poco percorribili e non esenti da rischi. 

La strada finora battuta relativa all’acquisto della sola NetCo da parte di CDP, come confermato da Butti, malgrado la disponibilità del governo non ha trovato le condizioni economiche, a fronte delle differenti richieste di TIM/VIV e le disponibilità finanziarie di CDP.
Una scissione proporzionale di TIM in due società quotate per la rete e per i servizi non risolverebbe il tema del debito, potrebbe avere un lungo iter autorizzativo e altrettanti rischi di execution.

Un’OPA parziale (sul 60% del capitale) vedrebbe invece un premio verosimilmente inferiore a quello di un’OPA totalitaria, ed esporrebbe gli azionisti di minoranza TIM ai rischi di execution legati alla cessione degli asset. 

L’ipotesi di una rete unica a perimetro ristretto (solo aree bianche e grigie), rilanciata anche oggi dal Sole24Ore, lascia inevasa la domanda sulle modalità implementative e ci sembra meno interessante, dal momento che le vere sinergie per la rete unica sono legate alla riduzione dell’overlap degli investimenti nelle aree nere, dove TIM e OF stanno procedendo separatamente con lo sviluppo della fibra. 

In conclusione, restiamo dell’idea che la rete unica sarebbe utile per TIM e necessaria per il governo. In assenza di un accordo sulla rete, TIM potrebbe comunque procedere con il suo piano di delayering e abbattere il debito in misura significativa con la valorizzazione di quote di minoranza di NetCo e di EnterpriseCo, rilanciare il business domestico, ridurre i capex non discrezionali e riguadagnare flessibilità finanziaria senza la necessità di alcun aumento di capitale  

Raccomandazione su TIM MOLTO INTERESSANTE, target price a 0,43 euro.  

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