Stm - Tensioni sulla governance in aumento
Riteniamo che la tensione sulla governance possa penalizzare la gestione della società mettendo in dubbio il piano di taglio costi e ritardare altre decisioni strategiche rilevanti.

Fatto
Secondo quanto riportato nel fine settimana dalla stampa, il livello di tensione sulla governance di STM starebbe aumentando alla luce del malcontento italiano (e in parte sembra anche francese) sull’attuale gestione.
In particolare, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, azionista al 50% di ST Holding assieme a BPI France che controlla il 27.5% di STM, contesta il pesante calo di fatturato e utili del 2024, il piano di tagli annunciato dalla società lo scorso ottobre che graverebbe maggiormente sulla parte italiana (Agrate usata come buffer per extra-domanda), la remunerazione del CEO Chery (nel 2024 in aumento rispetto al 2023 che era già stato l’anno migliore di sempre) e la class action intentata negli USA per la “false e fuorvianti dichiarazioni”.
Per tale motivo, Tamagnini (FSI) sarebbe pronto a dimettersi dal supervisory board, Sciuto (rettrice del Politecnico di Milano) potrebbe essere rimpiazzata alla luce del termine del mandato in questo esercizio, con il terzo membro italiano Visca del MEF messo in dubbio.
Il ruolo del CEO Chery sembra messo in dubbio ora anche dalla parte francese con Nicolas Dufourcq, attuale presidente del consiglio di sorveglianza, componente dell'organo già da maggio del 2015 e CEO di BPI France, che potrebbe prenderne il posto.
Effetto
Le dimissioni di Tamagnini e il ruolo incerto degli altri due membri italiani del supervisory board dovrebbero compromettere la governance della socie…
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