Stellantis - Attesa la svolta UE sull'automotive

Il titolo è rimbalzato del +35% dai minimi di settembre, ma presenta ancora un bilancio in rosso del -20% da inizio anno.

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Stellantis sotto i riflettori. Il titolo è rimbalzato del +35% dai minimi di settembre, ma presenta ancora un bilancio in rosso del -20% da inizio anno.

La Commissione Europea dovrebbe annunciare domani la revoca del divieto Ue alla vendita di nuove auto con motore a combustione a partire dal 2035, cedendo alle pressioni di Germania, Italia e delle case auto europee in difficoltà di fronte alla concorrenza cinese e statunitense.

La misura, i cui dettagli sono ancora in fase di definizione, potrebbe comportare lo slittamento del divieto di cinque anni o un suo ammorbidimento a tempo indeterminato, secondo fonti ufficiali e del settore.

La misura tende a cambiare l'impianto delle regole che, pur senza vietarlo formalmente, rendeva di fatto impossibile vendere auto a benzina e diesel dal 2035, perché i limiti di emissioni per le flotte erano compatibili solo con veicoli a zero emissioni.

Il nuovo approccio dovrebbe puntare invece sulla neutralità tecnologica, sostenuta da Italia e Germania, lasciando ai costruttori la scelta delle soluzioni per ridurre la CO₂.

"Tutte le tecnologie resteranno sul mercato", ha anticipato il capogruppo del Ppe Manfred Weber nei giorni scorsi, spiegando che una riduzione del 90% delle emissioni resta comunque "molto ambiziosa" ma consente una transizione più sostenibile per l'industria.

"Non accetteremo misure tampone: serve una svolta chiara, fatta di riforme profonde, efficaci e strutturali. In questa direzione abbiamo condiviso una piattaforma comune con la Germania, che ha raccolto il consenso di una larga maggioranza di Stati membri", sottolinea il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso.

Nel nuovo quadro troveranno spazio i biocarburanti e i carburanti sintetici, le auto elettriche con range extender e, nodo ancora politicamente sensibile, le ibride plug-in.

Resterebbe invece esclusa l'ipotesi di un semplice rinvio del divieto al 2040: l'obiettivo del 100% non verrebbe fissato a una nuova data, ma sostituito da un approccio strutturalmente diverso, basato su compensazioni delle emissioni residue lungo la filiera.

Accanto alla revisione degli standard CO₂, il pacchetto dovrebbe includere misure industriali: incentivi per i costruttori che producono in Europa, una strategia sulle batterie, una nuova categoria normativa con requisiti ridotti per le utilitarie elettriche e un capitolo dedicato alle flotte aziendali, su cui restano divergenze tra chi chiede obiettivi vincolanti e chi spinge per semplici raccomandazioni.

Il compromesso non sarebbe ancora definitivo. 

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 Redazione

I giornalisti finanziari e gli analisti di Websim