SNAM - Pubblicata la Strategia Nazionale sull’Idrogeno

Il documento rappresenta solo il primo passo nella strategia nazionale sull’idrogeno 

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Fatto

Il Mase ha presentato ieri a Roma la Strategia Nazionale sull’Idrogeno. Il documento premette che fino al 2030 (“short-term”) l’evoluzione della domanda di idrogeno sarà guidata dagli obblighi Ue della Red III nei settori dell’industria e dei trasporti ed in questo modo si svilupperanno Hydrogen Valley che forniranno i primi volumi di idrogeno. a fase dal 2030 al 2040 (“medium-term”) sarà invece caratterizzata dalle misure che dovranno portare a un vero mercato dell’idrogeno mentre nello scenario “long-term” (2040-2050), sarà ormai sviluppata un’infrastruttura di trasporto e distribuzione tra i grandi centri di produzione e quelli di utilizzo, consolidando il ruolo dell’Italia come hub di importazione ini Europa grazie alle reti collegate al Nord Africa e a un insieme di porti abilitati all’import di idrogeno e altri vettori (ammoniaca, metanolo etc.).

La Strategia prevede al 2050 consumi lordi di idrogeno e combustibili derivati per 6.4 Mtep (di cui 4.5 mln ton di produzione nazionale e 1.9 mln ton di import) nello scenario “base”, 9.1 Mtep in quello “intermedio” (6.36 mln ton prodotti in Italia e 2.7 mln ton importati) e 11.9 Mtep in quello “alta diffusione” (8.35 mln di produzione nazionale e 3.6 mln ton import).

Nello scenario “alta diffusione”, l’H2 arriverà a coprire al 2050 il 31.3% dei consumi finali complessivi nei trasporti ed il 17.7% nell’industria hard-to-abate (HtA). Il documento sottolinea che nel 2050 i consumi finali di idrogeno nell’industria, circa 3.7 Mtep, saranno pari al 70% di quelli attuali di gas naturale nei comparti industriali HtA, con punte dell’86% in settori come l’acciaio.

Lato trasporti, l’H2 consumato al 2050 ammonterà a 6.7 Mtep, corrispondenti a una quota del 31.3% dei consumi finali del settore trainata dal comparto aereo (3 Mtep o il 70% dei consumi totali ipotizzati) e dal trasporto pesante (2.6 mln tep o il 32% di quota).

Gli e-fuels rappresenteranno una parte considerevole dei consumi finali per i comparti marittimo e aviazione, con 4.9 Mtep (scenario alta diffusione).

Quanto all’offerta, il documento ipotizza anche in questo caso due possibili assetti. Nel primo (70% prodotto “in casa” e 30% importato), si stimano dai 4 a 8 Mtep di produzione nazionale e una capacità di elettrolizzatori tra 15 e 30 GW che comporteranno una spesa cumulata di Eu8-16bn (+Eu35-70bn per garantire gli impianti Fer necessari a questa accelerazione). Nel secondo (20% domestico e 80% di import), invece, gli investimenti per gli elettrolizzatori scenderebbero a Eu2-5bn per 4-9 GW di elettrolizzatori, quelli per le Fer a Eu10-20bn.

La Strategia si concentra in primis sullo sviluppo dell’idrogeno da fonti rinnovabili, ma con un contributo dell’H2 blu e da fonte nucleare “da non sottovalutare, coerentemente con lo sviluppo del programma sul nucleare sostenibile”. Le stime sui costi, infatti, indicano attualmente rispetto ad un costo dell’idrogeno, di poco superiore ai 2 Eu/kg per il “grigio”, tra 3 e 4 Eu/kg per il blu, tra 9 e 16 Eu/kg da fotovoltaico, tra 10 e 17 Eu/kg da eolico e tra 3 e 5 Eu/kg da Fer importato.

Effetto

Il documento rappresenta solo il primo passo nella strategia nazionale sull’idrogeno e dovrebbe essere seguito a stretto giro da un decreto sulle tari…

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