SETTORE TLC - Call-to-action di Labriola su misure a supporto del settore telefonico italiano
La call-to-action di Labriola arriva in un momento di forte discontinuità per il Gruppo e ci sembra possa essere indirizzata a diversi interlocutori con specifiche soluzioni prospettate
Fatto
In un interessante intervento al Sole 24Ore di sabato, il CEO di TIM, Pietro Labriola, sottolinea come TIM risenta di problemi comuni all'intero settore europeo ma anche di specifiche criticità del contesto italiano che richiedono decisioni coraggiose e dirompenti e che non possono piu essere rinviate:
• Contesto europeo: il peso delle attività estere sta contribuendo a compensare le deboli performance domestiche, anche TIM Gruppo beneficia della differenziazione geografica grazie alle attività in Brasile, seppure in misura più ridotta rispetto agli altri operatori. TIM Brasil ha infatti iniziato da poco a capitalizzare gli investimenti fatti in questi anni e l’acquisizione degli asset mobili di Oi. Gli operatori europei con maggiore redditività risultano DT e Orange, dove lo Stato ha mantenuto un’importante presenza nell’azionariato (23% in Orange e 30% in DT)
• Mobile domestico: l’eccessiva concorrenza è dovuta alla frammentazione del mercato italiano (5 operatori vs 3 in Germania) e si riflette in una contrazione dei prezzi ben al di sotto di quelli degli altri paesi, a cui si aggiunge una maggiore pressione regolatoria. Inoltre, in Italia i costi per acquisire le frequenze 5G sono stati i piu cari al mondo, e i limiti di emissione elettromagnetica vigenti sono 10 volte più stringenti di quelli europei e ciò implica un maggiore costo per lo sviluppo e la copertura nazionale delle reti 5G.
• Fisso domestico: i servizi a banda larga sono venduti allo stesso prezzo, mentre nel resto d'Europa viene applicato un premium price sui prodotti di punta (servizi FTTH per Telefonica e Orange e servizi FTTCab per DT e BT). Alcuni Paesi (Francia e Spagna) hanno raggiunto maggiori coperture l’FTTH rispetto per ragioni tecnologiche (impossibile fornire velocità >50Mbs senza migrare a FTTH), mentre in altri paesi (UK, Germania, Italia) l’FttC resta ancora una tecnologia di punta perché consente di raggiungere velocità particolarmente elevate (in Italia oltre il 65% delle linee raggiunge i 100Mps). TIM investe circa Eu1.3bn l’anno nel FttH, ma l’anomalia italiana legata alla duplicazione degli investimenti per la presenza di Open Fiber mette a rischio i ritorni.
• Fair Share: necessità di chiedere agli OTT di compartecipare ai costi per lo sviluppo delle reti, resi necessari dal continuo aumento dei volumi di traffico
• Superamento integrazione verticale: obiettivo coerente con piano industriale TIM, questo potrebbe consentire il passaggio a modelli di prezzo che riducono l’incertezza sulla remunerazione degli investimenti.
• Debito: nel nuovo scenario macroeconomico di aumento dei tassi d'interesse, l’abbattimento del debito rappresenta un elemento chiave anche in logica strategica e industriale.
Effetto
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