Poste italiane, generosa sul dividendo, cauta sulla crescita
Poste italiane si avvia a chiudere in ribasso dell’1% a 9,41 euro il giorno della presentazione dei dati del 2002 e delle previsioni sul 2023. L’inaspettato aumento del dividendo ha solo ridimensionato la delusione provocata dal debole incremento dell’utile operativo negli ultimi tre mesi dell’anno passato. Il consensus si aspettava 272 milioni di euro, 34 milioni di euro sopra il dato pubblicato stamattina. Il risultato netto, penalizzato dalle tasse, è stato pari a 87 milioni di euro, il consensus era quasi tre volte di più.
E’ vero che il 2022 è stato un anno record, con risultati superiori a quelli del piano, ma ha disturbato la presenza di 320 milioni di euro di oneri straordinari non cash associati ai circa nove miliardi di euro di crediti fiscali: nel corso della conference call, il management ha poi chiarito che l’accantonamento prudenziale è basato sulle decisioni prese dal fisco italiano con le frodi sul 110%.
Per il 2023, Poste italiane si aspetta di arrivare a 2,5 miliardi di euro di Ebit, 300 milioni circa in più del risultato dell’anno passato e più o meno quel che si aspettava il consensus. Le previsioni sono state definite nella conference, molto prudenti, con spazi di miglioramento in arrivo da ogni singola divisione. Indicazioni più precise arriveranno più avanti nel corso dell’anno, quando sarà presentato il nuovo piano industriale.
L’area assicurativa sta andando meglio del mercato in termini di raccolta netta e l’attività del prestito non dovrebbe essere penalizzata dall’aumento dei costi dell’approvvigionamento della liquidità che potrebbero colpire altri soggetti. “Facendo un raffronto tra il primo trimestre di quest’anno e quello dello scorso anno, vediamo un aumento di quasi quattro miliardi", ha detto il ceo Matteo Del Fante parlando dell'andamento dei depositi. In generale, ha spiegato agli analisti, "sui depositi, Poste storicamente è sempre stata vista come un porto sicuro dai retailer italiani se guardiamo indietro negli ultimi 20 anni, durante tutte le crisi".
L’area poste e pacchi resta un problema, il raggiungimento del pareggio è legato all’esito della trattativa con i sindacati che inizierà l’anno prossimo: per il 2023 è prevista una crescita dei ricavi del 2%, migliorabile grazie alla conquista di qualche punto di quote di mercato.
Riguardo alla politica dei dividendi, "il nostro rendimento è in linea col mercato. Abbiamo deciso di
procedere ad un aumento del 10% quest'anno e del 9% come guidance per il 2023 essenzialmente sulla base dei buoni flussi che ci provengono da tutte le nostre unità di business, specificatamente per ciò che avete visto con Poste Vita”, ha concluso Del Fante.