TEMI CALDI

MEDIOBANCA: il capitale leggero fa contenti i soci

La scelta di puntare sulle attività a basso livello di assorbimento di capitale permette alla società di essere ancora più generosa con gli azionisti.

Il titolo è intorno ai massimi degli ultimi cinque anni ed incorpora la traiettoria della crescita dei ricavi indicata dalla società...

A poche ore di distanza l’uno dall’altro, sono arrivate due comunicazioni rilevanti da due soggetti di riferimento della finanza italiana, il nuovo piano industriale di Mediobanca e i dati del trimestre di Generali .

Il primo è un importante socio del secondo con una quota del 13%, un patrimonio che da decenni garantisce un ricco flusso di dividendi: secondo i critici, su questo pingue e regolare afflusso di introiti, la società si è un po’ seduta, rinunciando così a strategie ambiziose di crescita. 

Negli ultimi vent’anni, nel corso della gestione del Ceo Alberto Nagel, Mediobanca ha comunque badato sempre meno al portafoglio delle sue partecipazioni ed è diventata sempre di più una normale azienda di servizi finanziari focalizzata sull’investment banking.

Nel corso di questo periodo di lenta evoluzione, gli azionisti hanno goduto di un ritorno totale del 192%, secondo quanto ricostruito da Lisa Jucca di Breaking Views. Il ritorno è superiore a quel che è arrivato ai soci di alcune delle grandi banche europee, compresa Intesa Sanpaolo .

Mediobanca, da questa base di partenza, ha rilanciato e puntato ancora più in alto. Il piano industriale presentato ieri prevede un aumento dei ricavi del 6% medio annuo tra 2023 e 2026, +15% l’utile per azione. Aumenta anche la parte della torta dei profitti da destinare ai soci, il payout sale da circa 70-80% degli ultimi quattro anni, al 90-100%. Agli azionisti arriveranno 3,7 miliardi di euro, 2,7 miliardi attraverso la cedola ed il resto con il buy back. 

La borsa aveva messo in conto l’arrivo di novità positive riguardanti quel che oggi gli analisti di Equita definiscono “una politica di remunerazione particolarmente generosa: il titolo, in rialzo del 15% da inizio anno, a 10,4 euro è a ridosso dei massimi degli ultimi cinque anni.

Dietro alla generosità c’è una strategia basata sullo sviluppo delle attività a basso assorbimento di capitale.

Per cominciare, il piano prevede un decisivo rafforzamento nella gestione del risparmio, da ottenere con un aumento della rete commerciale a 1.500 consulenti. Anche grazie ad un miglior sfruttamento del marchio, le masse dovrebbero salire a 85 miliardi di euro ed i ricavi arrivare a un miliardo, duecento in più del livello attuale.

L’area Capital e Investment Banking (CIB) dovrebbe crescere in media del 7% l’anno su base organica, +11% comprendendo la recente acquisizione di Arma Partners. I ricavi dall’estero dovrebbero superare quelli domestici, arrivano al 55%. Il peso degli introiti a basso assorbimento di capitale è destinato ad arrivare al 40%, da 28%. 

Infine il credito al consumo, stimato crescere del 5% come media annuale.

Nel corso dei prossimi tre anni, i parametri sul capitale resteranno solidi, con un approdo a fine 2026 a 14,5% di CTier1, circa cento punti base sopra quella che la banca considera la soglia di sicurezza.

Il cuscinetto potrebbe anche essere il serbatoio dal qualche attingere in caso di acquisizioni di piccola e media taglia. Nel caso di prede più grandi invece, ma solo se queste fossero caratterizzate da un business a basso assorbimento di capitale, Mediobanca potrebbe finanziarsi vendendo una parte della partecipazione in Generali: ai prezzi di ieri, il gruzzolo vale 3,6 miliardi di euro.

La prima compagnia assicurativa italiana, che oggi ha presentato i dati del bilancio aggiornati ai nuovi principi contabili, sta beneficiando come tutto il settore del buon momento del ramo danni, ma con in più una buona tenuta del Vita. 

www.websim.it


Marino Masotti

Caporedattore