L'inflazione Usa rallenta, la Fed dovrebbe lasciare invariati i tassi
Gli ultimi dati diffusi oggi nel primo pomeriggio mostrano un rallentamento della corsa al rialzo dei prezzi, al di là delle attese: strada aperta a una conferma dell'attuale livello dei tassi di interesse

Siamo vicini all'appuntamento clou della settimana, la tanto attesa decisione della Fed sui tassi. Domani alle 20:00 sapremo cosa Powell e soci toglieranno dal cilindro.
I mercati da diversi giorni scommettono su un allentamento della politica restrittiva della Banca Centrale, finora attuata per contrastare l'inflazione. La Fed quindi dovrebbe lasciare invariati i tassi.
Questa aspettativa viene ulteriormente rinforzata dagli ultimi dati sull'inflazione Usa diffusi oggi nel primo pomeriggio, che mostrano un rallentamento della corsa al rialzo dei prezzi.
Prima della diffusione dei numeri sull'inflazione, il mercato ipotizzava una probabilità di rialzo dei tassi pari al 25%, ora questa percentuale è scesa al 20%.
L'inflazione Usa rallenta più delle attese
L'inflazione USA a maggio rallenta a +4% dal +4,9 del mese precedente. Le stime erano a +4,1%. Si tratta del ritmo più lento dall'aprile 2021.
L'inflazione "core", che esclude i prezzi dell'energia e dei beni alimentari, è risultata in flessione a +5,30% dal +5,5% del mese precedente, le stime erano pari al +5,2%.
Anche l'inflazione supercore è scesa al 4,6% dal 5,1%.
Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte SIM , sottolinea che "la componente energetica è tra i principali contributori al rallentamento dell'inflazione, mentre la componente affitti ritarda ancora la fase di rallentamento, registrando però almeno un assestamento all'8% su base annua. L'indice supercore (al netto cioè di alimentari, energia ed affitti) si sta avvicinando all'indice generale (4,6% vs 4%), segnale di possibile rallentamento più marcato dell'inflazione nel secondo semestre".

L'hawkish skip. Cesarano afferma anche che "Il dato di oggi è in linea con la possibilità (incorporata già nei prezzi degli OIS) che la Fed arresti temporaneamente la fase di rialzo dei tassi nella riunione del 14 giugno". Tuttavia, aggiunge, "potrebbe trattarsi di una pausa non definitiva (il cosiddetto "hawkish skip").
Per Cesarano, la pausa dovrebbe essere collegata in parte anche alla "necessità di verificare l'impatto dei rialzi già effettuati."
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