Iren - Piano Industriale focalizzato su reti ed efficienze
Apprezziamo l’impostazione del nuovo piano, che introduce una maggiore selettività nell’allocazione del capitale e riduce il profilo di rischio associato alla crescita dell’EBITDA.

Fatto
Iren ha presentato ieri l’aggiornamento del piano al 2030, confermando una strategia sostenibile e coerente con il focus sulle attività regolate, una crescita organica e un’attenzione significativa al miglioramento dell’efficienza. Il piano prevede Eu6.9bn di investimenti totali, di cui Eu6.4bn di CapEx.
La nuova allocazione degli investimenti risulta più selettiva, in particolare sul fronte dello sviluppo delle rinnovabili: gli investimenti tecnici lordi sono pari a Eu6.4bn (Eu5.9bn di investimenti netti), equivalenti a una media di Eu1.0bn annui, leggermente inferiori al precedente piano (Eu1.04bn).
Circa l’80% degli investimenti cumulati resta destinato a settori regolati o semi-regolati, mentre gli investimenti esterni ammontano al 7% del totale, pari a Eu0.5bn, destinati all’integrazione di EGEA.
Rilevante il fatto che la centrale termoelettrica di Turbigo non verrà più ceduta. Oltre il 70% degli investimenti (Eu4.3bn) è rivolto a progetti con impatto diretto sul raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità.
Nel piano, la crescita dell’EBITDA risulta inferiore alle precedenti previsioni: Eu1,530mn nel 2028 e Eu1,600mn nel 2030 (vs Eu1,800mn del precedente piano). L’utile netto è invece visto crescere da Eu268mn nel 2024 a Eu360mn nel 2028 e circa Eu400mn nel 2030 (da oltre Eu400mn nel precedente piano). La struttura finanziaria rimane bilanciata: il rapporto NFP/EBITDA è atteso a 3.1x nel 2028 e 3.0x nel 2030, sopra i 2.7x del precedente piano.
Le fonti di finanziamento non prevedono più il coinvolgimento di partner finanziari per lo sviluppo delle rinnovabili. Il piano sinergie viene confermato: il management punta a sinergie complessive per Eu120mn, più che sufficienti a compensare e superare l’aumento dei costi, stimato in circa Eu35mn lungo il periodo di piano, principalmente per l’incremento dei costi del personale dovuto agli adeguamenti contrattuali oltre l’inflazione attesa.
Rivista anche la dividend policy, ora più visibile: la società distribuirà il maggiore tra un payout del 60% e una crescita dell’8% annua del DPS fino al 2027 (confermata) e del 6% annua fino al 2030 (vs il precedente payout fisso al 60%).
La guidance 2026 indica una crescita dell’EBITDA intorno al 4% (c. Eu1.4bn), un rapporto NFP/EBITDA pari a 3.1x e un utile netto in aumento di circa il 7% YoY (intorno a Eu320mn), con CapEx a Eu950mn. Per il 2025, la società conferma sostanzialmente l’EBITDA a Eu1,350mn e l’utile netto a Eu300mn, mentre il rapporto NFP/EBITDA migliora a 3.1x (da 3.2x), implicando un debito netto di circa Eu4.2bn.
Effetto
Apprezziamo l’impostazione del nuovo piano, che introduce una maggiore selettività nell’allocazione del capitale e riduce il profilo di rischio associ…
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