Inwit - Spunti dalla conference call di Cellnex

Focus sul rischio di consolidamento

Primo piano di cavi elettrici intrecciati: Cavi elettrici colorati, alcuni intrecciati tra loro, evidenziando fili di rame scope

Fatto

Interessanti spunti dalla call di Cellnex di venerdì: 

-    Italia tra i mercati chiave e resilienti: Il management ha citato l’Italia come mercato a basso rischio operativo grazie a rigide norme emissive che rendono i siti esistenti molto preziosi. L’esposizione verso co-location su concorrenti è limitata e la domanda resta solida. Recentemente Cellnex ha esteso per 12 anni l’accordo con Vodafone–Fastweb, aggiungendo circa 1.000 nuovi PoPs.

-    Consolidamento MNO visto come opportunità, non minaccia: Cellnex ritiene che le fusioni tra operatori (come in Spagna e UK) porteranno ad una “market repair”, non alla riduzione dei siti. L’azienda ha già gestito con successo rinegoziazioni estendendo i MSA: Telefónica (al 2052), MasOrange (2048), Vodafone–Three UK (2055).

-    Rischi di rinegoziazione MSA gestibili: L’azienda ammette che nel breve termine le fusioni possono portare a minori flussi di cassa (per flessibilità concessa agli MNO), ma i livelli tornano e superano quelli precedenti nel medio periodo grazie ai nuovi investimenti obbligatori imposti dai regolatori.

-    Contratti MSA molto protettivi: Cellnex evidenzia la solidità legale dei propri MSA grazie alla presenza di clausole “all-or-nothing”, che impediscono disdette parziali, nonché l’obbligo di ottenere il consenso di Cellnex per qualsiasi modifica contrattuale in caso di fusioni o cambi di proprietà degli operatori. Questi elementi assicurano visibilità pluridecennale sui flussi di cassa e una posizione negoziale di forza. Il rischio di churn in Francia e in Italia è considerato minimo.

-    RAN sharing come leva di stabilità: la crescita dei PoPs nel 3Q, in particolare in Spagna con DIGI su rete Telefónica, è stata sostenuta dal RAN sharing, che garantisce volumi ma con ricavi unitari inferiori (circa un quarto di un canone “anchor”). Questa modalità, già diffusa anche in Francia tra SFR e Bouygues (circa 60% dei siti), riduce il rischio di churn e rende marginale il rischio di ulteriori riduzioni di siti nei mercati interessati da processi di consolidamento.

-    Domanda di densificazione e 5G in crescita: la crescita di traffico dati, il 5G standalone e le future esigenze di AI e 6G sosterranno la domanda di torri. In Italia e UK la qualità di rete resta insufficiente, spingendo investimenti strutturali e garantendo continuità al modello Cellnex.

-    Leva e remunerazione: la leva è scesa a 6.4x (target 5–6x) e Fitch ha alzato la soglia di tolleranza a 7.3x, offrendo maggiore flessibilità finanziaria. Cellnex conferma un approccio prudente ma flessibile, con Eu1bn di ritorni agli azionisti entro il 2026 (Eu500 mn di dividendi in crescita del 7.5% annuo e Eu500 mn di buyback, già Eu800 mn eseguiti nel 2025). La società prevede di mantenere almeno Eu800 mn/anno di remunerazione complessiva anche dal 2027, adattando il mix tra dividendi e riacquisti in base alle condizioni di mercato.

Effetto

Spunti interessanti che dovrebbero contribuire ad attenuare, solo in parte, le preoccupazioni del mercato legate al rischio di consolidamento. Tutt…

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 Redazione

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