Intesa Sanpaolo compra 11 bitcoin e sfida lo scetticismo di Panetta

La notizia è trapelata grazie a uno screenshot di scambi di mail sulla piattaforma web 4Chan. La banca ha poi confermato l’operazione. Per l'esperto Federico Rivi è una mossa che non sorprende

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Undici bitcoin acquistati il 13 gennaio, mettendo sul piatto all’incirca un milione di euro. Per la prima volta abbiamo conferma che una grande banca italiana, Intesa Sanpaolo, ha comprato direttamente la regina delle criptovalute.

La notizia è trapelata grazie a uno screenshot di scambi di mail sulla piattaforma web 4Chan. Intesa Sanpaolo ha poi confermato l’operazione alla stampa, senza tuttavia fornire ulteriori dettagli sul contesto strategico ed eventuali operazioni future.

I soldi spesi non sono certo una cifra monstre per l’istituto, che ha chiuso i primi nove mesi del 2024 con utili per 7,2 miliardi di euro. Ma lo sdoganamento delle operazioni dirette sul mercato dei bitcoin è dirompente, considerando che finora, a livello nazionale, la filosofia di approccio era quella scettica di Fabio Panetta, governatore della Banca d’Italia.

Durante l’assemblea dell'Associazione bancaria italiana (Abi) a luglio 2024, disse che "le cripto-attività non garantite, quali bitcoin ed ethereum, non sono di regola emesse da alcun operatore, sono prive di valore intrinseco e non generano flussi di reddito come cedole o dividendi”, aggiungendo che “non vi è alcun soggetto né attività reale o finanziaria che ne assicuri il valore".

Naturalmente, non tutti la pensano così. Secondo il giornalista Federico Rivi, esperto e sostenitore del bitcoin, "la mossa di Intesa Sanpaolo non sorprende. Le grandi banche non possono più permettersi di ignorare il best performing asset degli ultimi 16 anni. Al contrario di quello che in tanti potrebbero pensare, bitcoin rappresenta un’enorme opportunità per il settore bancario: sia come riserva di valore - e quindi come investimento diretto delle riserve aziendali - che come opportunità di business".

Rivi ritiene inoltre che ci "sarà sempre maggior domanda di servizi di custodia e le banche dovranno essere pronte a fornire un’offerta". Infine, il giornalista non risparmia una stoccata: "Mi chiedo se l’ad Carlo Messina sia pronto a cambiare idea pubblicamente su bitcoin, vista la mossa della sua azienda, pur molto esigua nei numeri. Qualche anno fa al TG5 affermava: non c’è dubbio che sia una bolla speculativa".

Bitcoin nel 2025

Quello che è certo è che nel corso del 2025 bitcoin sarà sotto i riflettori e i risvolti potrebbero andare ben oltre gli ormai assodati ETF spot sulla criptovaluta. Dallo scorso dicembre, nell’Unione europea è in vigore il Mica (markets in crypto-assets), ovvero un regolamento del settore che prevede, tra le altre cose, obblighi di trasparenza e informativa per l’offerta al pubblico di cripto-attività sulle piattaforme di negoziazione.

Mentre dall’altra parte dell’Atlantico, la grande incognita è il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump. Nel corso degli anni, le sue idee sul bitcoin sono state molto altalenanti e, durante l’ultima campagna elettorale, ha assunto posizioni favorevoli alla criptovaluta. Ma dovremo attendere il suo operato post insediamento, fissato al 20 gennaio, per capire quale sia la distanza tra la propaganda e le decisioni effettive.

Al momento conviene ricordare che, a dicembre, la più grande criptovaluta al mondo ha superato il traguardo dei 100.000 dollari, raggiungendo il record storico. E diversi esperti del settore intervistati da CNBC prevedono che arriverà a quota 200.000 dollari nel 2025.

Aggiornamento: le dichiarazioni di Carlo Messina

Quelli investiti in bitcoin "sono importi limitatissimi perché abbiamo 100 miliardi di euro di portafoglio titoli", Intesa ha solo fatto "un test". Lo ha detto oggi Carlo Messina, a margine di un evento in collaborazione con Confindustria a Milano. Il manager ha poi aggiunto che questa mossa "dimostra che siamo pronti se alcuni clienti particolarmente sofisticati chiedessero di effettuare queste forme di investimento", che dovrebbero essere limitate "a operatori istituzionali e a soggetti con grandissime professionalità, io stesso non investo in bitcoin".


Gianluca Brigatti

Giornalista Finanziario