Il long Covid mette a terra Amplifon
In Italia, Spagna e Portogallo, il trauma della pandemia e dei lockdown non passa: i cicli di sostituzione degli apparecchi e la frequenza dei clienti nei negozi non sono ancora tornati al 2019

Allarme utili: crollo in borsa
In alcune aree dell’Europa, i tempi di sostituzione dell’’apparecchio acustico si stanno allungando e Amplifon ne paga le conseguenze in borsa, oggi il titolo crolla e lascia sul terreno un quarto della capitalizzazione. La quotazione è tornata sui livelli visti in occasione dello scoppio della pandemia (marzo 2020).
La società ha rivisto al ribasso le indicazioni sui ricavi e sulla redditività a livello di Ebitda: -4% rispetto alla precedente previsione la prima voce e circa cento punti base in meno la seconda. Anche i ricavi del secondo trimestre hanno deluso: vendite in calo di quasi il 2% a 592 milioni, Ebitda pari a 147 milioni, -8,7%.
Long Covid in Italia e Spagna
La propensione al consumo è stata particolarmente debole nei mercati di riferimento, quello domestico, quello della Spagna e del Portogallo.
In questi paesi, il trauma della pandemia e dei lockdown non sembra passare: i cicli di sostituzione e la frequenza dei clienti nei punti vendita non sono ancora tornati al 2019.
Non tutta l’Europa però è uguale, la Francia, per esempio, continua a crescere. Performance solida anche in Germania. La Francia ha beneficiato invece del cambio del quadro normativo.
Quadro fragile anche fuori dall’Europa. Negli Stati Uniti la crescita del mercato è rimasta contenuta. In Canada e in Asia-Pacifico le difficoltà sono state più marcate, con la Cina ancora condizionata da una fiducia dei consumatori debole. In Australia invece, Amplifon ha registrato una crescita superiore rispetto al settore.
Azioni di rilancio
La risposta al ristagno delle vendite è un piano che prevede una razionalizzazione della rete e una semplificazione delle strutture di supporto. L’obiettivo dichiarato è un miglioramento dei margini entro il 2027.
Secondo Intermonte la riuscita del piano dipenderà dalla capacità di tornare a livelli di crescita organica in linea con quelli storici, un traguardo che appare oggi non semplice da raggiungere.
Se la strada scelta è quella giusta lo si vedrà l’anno prossimo, quando i primi benefici economici del piano saranno visibili.