GRIFAL - Lo smart packaging che vuole sbarazzarsi della plastica

Grifal , è un’azienda del packaging evoluto che punta a sostituire con il suo cartone ondulato brevettato (Cartù), le plastiche ed i cartoni ondulati tradizionali ancora oggi molto diffusi nel mondo. A margine dell’evento Next Gems, tenutosi nella sede di Borsa Italiana tra il 18 ed il 19 ottobre, websim.it ha incontrato il presidente Fabio Gritti ed il vice presidente Andrea Cornelli.
Gli obiettivi di business dell’azienda con sede e tre poli produttivi a Bergamo, coincidono con quelli dell’agenda green alla quale hanno aderito una buona parte dei paesi del mondo. "La produzione del nostro cartone ondulato abbatte le emissioni di CO2 fino all’80% e permette di risparmiare fino al 70% di materia prima", ha spiegato Cornelli.
In un mondo sempre di più Pianeta Pacchi, il consumo di materiale da imballaggio è destinato a crescere ancora. Le stime presentate da Grifal indicano un mercato della plastica da 111 miliardi di euro in Europa e 73 miliardi per la carta. "Noi possiamo conquistare quote senza rischio di saturazione, crescendo per sostituzione", ha aggiunto Gritti.
L’ultimo bollettino della guerra contro la plastica negli imballaggi non è confortante per le ricadute sull’ambiente, indica che c’è bisogno di aumentare l’impegno, in termini di sostituzione.
Nel 2020, ogni europeo ha generato in media 34,6 chilogrammi di plastica da imballaggio, solo 13 chilogrammi sono stati riciclati. Tra il 2010 ed il 2020, il volume di plastica da imballaggi generato da chi ha abitato nell’Unione Europa è salito di oltre un quinto, +6,5 kg, mentre la frazione riciclata, pur avendo registrato un aumento del 32% (3,2 kg), non è riuscita a tenere il passo della diffusione della plastica da imballaggio provocata dall’aumento delle spedizioni. Il risultato è uno sconfortante aumento di 3,4 kg per abitante del non riciclato.
Grifal, arrivata in borsa nel 2018 a 2,60 euro, si propone come soggetto in grado di dare una mano su questo tema, con un piano di espansione della capacità produttiva che dovrebbe prevedere nel medio termine la realizzazione di 13 siti produttivi di Cartù, in aggiunta ai tre di Bergamo ed al quarto in Romania.
Il punto di partenza, guardando alla semestrale, è un giro d’affari del solo Cartù pari a 5,8 milioni di euro, il 2021 si era chiuso a sei milioni ed il 2019 a due milioni. Il nuovo prodotto di punta, è arrivato nel primo semestre a valere il 31% del fatturato totale. L’Ebitda del semestre era pari a 1,94 milioni, da 1,78 milioni di tutto il 2021.
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