GENERALI - Patto di consultazione tra Caltagirone e Del Vecchio sul 10,948% del capitale

A breve nomine e cda

FATTO
Sabato è stato reso noto il patto parasociale tra gli azionisti gruppo Caltagirone e la Delfin di Del Vecchio avente ad oggetto una quota del capitale del 10.948% ovvero 173.1 mln di azioni.

Si tratta di un patto di consultazione che avrà durata fine all’assemblea dei soci di aprile 2022 che sarà chiamata a votare il rinnovo del CdA. Gli azionisti hanno convenuto di consultarsi al fine di meglio ponderare i rispettivi autonomi interessi rispetto a una più profittevole ed efficace gestione di Generali, improntata alla modernizzazione tecnologica dell’attività caratteristica, al posizionamento strategico nonché alla sua crescita in una logica di mercato aperta, trasparente e contendibile. Il patto ha natura consultiva e non vincola le parti in termini di voto, può essere ampliato attraverso il conferimento di ulteriori azioni da parte dei sottoscriventi Caltagirone e Delfin o grazie all’ingresso di nuovi azionisti.

La stampa dedica ampio spazio a questa mossa che conferma l’allineamento di vedute tra i due azionisti che ritengono opportuno un cambio del management ed una revisione delle strategie soprattutto in senso di maggiore dinamicità sul fronte M&A.

Caltagirone non ha nascosto nel corso degli ultimi mesi la sua disapprovazione per il management in carica non votando l’approvazione del bilancio 2020 e criticando alcune operazioni come l’ingresso in Cattolica e l’acquisizione degli asset di Axa in Malesia.

Del Vecchio invoca da anni la necessità di aumentare il perimetro di Generali attraverso acquisizioni anche rilevanti ed anche attraverso aumenti di capitale per finanziarle con l’obiettivo di ridurre le distanze rispetto ai concorrenti europei come Allianz e Axa.

Le mancate acquisizioni degli asset Aviva in Polonia e della rete distributiva di Deutsche Bank in Italia sono state viste negativamente da questi azionisti.

Secondo quanto riporta la stampa su posizioni simili a quelle di Caltagirone e Del Vecchio vi sarebbero la CR Torino (ca. 1.3%) e la famiglia Benetton (3.97%).

A favore della conferma del CEO uscente Donnet rimarrebbero invece Mediobanca (12.93% del capitale) e sembrerebbe anche De Agostini (ca. 1%).

I prossimi appuntamenti saranno una riunione del comitato nomine ed il CdA del 27 settembre che a questo punto diventa molto importante per la definizione degli equilibri di governance: alla riunione dovrebbero partecipare solo 12 membri e non sarebbe contemplata la presenza del CEO Donnet. Secondo le ricostruzioni 6 membri sarebbero a favore del cambiamento mentre 6 contrari.

A questo punto non è affatto scontato che si giunga alla presentazione di una lista condivisa da parte del CdA uscente e tra le varie ipotesi si menzionano quelle di due liste espressione degli azionisti rilevanti (Mediobanca da una parte e Caltagirone e del Vecchio dall’altra) più eventualmente una lista di candidati presentata da Assogestioni. Tra i nomi menzionati dalla stampa per un’eventuale successione a Donnet non ci sono novità di rilievo es sono tutti italiani: candidati interni Cirinnà, Liverani e Sesana e candidati esterni Balbinot, Del Fante, Morelli, Cimbri.   

EFFETTO
Le posizioni tra azionisti sembrano al momento distanti e questo potrebbe portare ad una conta dei voti in Assemblea ad aprile 2022 dall’esito al momento incerto: il blocco Caltagirone / Del Vecchio / CR Torino / Benetton arriva a detenere circa il 16% del capitale mentre Mediobanca e De Agostini si attestano a circa il 14%: a quel punto l’esito dipenderebbe dal posizionamento degli azionisti istituzionali che sono accreditati per una partecipazione complessivo del 40.3% del capitale mentre un residuo 24% sarebbe nelle mani di piccoli azionisti.

Non escludiamo che i due soci Caltagirone e Del Vecchio possano continuare ad acquistare azioni per pesare maggiormente sulle decisioni di governance dei prossimi mesi con l’appuntamento del 27 settembre che potrebbe chiarire maggiormente le posizioni ed anche se Mediobanca è disposta ad arrivare al confronto in Assemblea pur di difendere il rinnovo di Donnet.

Il prossimo 18 ottobre il titolo Generali staccherà un  dividendo parziale di 0,46 euro per azione (yield 2,70%), che va ad aggiungersi al dividendo di 1,01 euro staccato a maggio (yield 5,80%). 

Giudizio NEUTRALE su Generali con target price a 18,00 euro.

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