Ferrari, il titolo è ancora più caro delle sue macchine
I multipli sono tiratissimi ed il consensus è già allineato alla parte alta del target fornito dalla società per quanto riguarda i ricavi, ma a guidare il titolo sarà la redditività, che nella prima parte dell'anno non dovrebbe muoversi
La recessione, come al solito, non disturba le società del lusso, protagoniste da inizio anno di un forte recupero in borsa, ma tra queste, Ferrari ha meno spazi di ulteriore apprezzamento
Ferrari oscilla da qualche giorno sui massimi della storia grazie ad una partenza d’anno più o meno in linea con le società europee del lusso.
Il +26% del titolo della casa delle auto sportive si confronta con il +40% di Hermes, il +36% di Moncler , il +32% di L.V.M.H. ed il +31% di Brunello Cucinelli .
Ai prezzi di oggi (252 euro), il multiplo Price/Earning (P/E) sul 2024 di Ferrari è di poco superiore a quaranta, circa il 10% oltre la media degli ultimi cinque anni calcolata dagli analisti di Intermonte.
Nel settore del lusso estremo, a parte Hermes, i multipli sono saliti meno, perché le stime degli analisti sull’utile si sono mosse in concordia al prezzo di borsa. Ferrari, che ha visto le stime rimanere più o meno ferme, è quindi relativamente più cara sui multipli, potenzialmente più a rischio di correzione, se i conti del primo trimestre saranno allineati al consensus, ancora peggio se dovessero deludere anche solo di poco.
L’inizio d’anno dovrebbe essere buono in termini di ricavi, +17% anno su anno a 1,37 miliardi è la stima di Intermonte. L’utile operativo è stimato in rialzo del 18% a 364 milioni di euro. La redditività dovrebbe invece confermarsi in linea con quella dello stesso periodo precedente, intorno a 26% di Ebit margin, in quanto, “la forte spinta dei volumi ed il contributo del prezzo saranno probabilmente pareggiati dall’aumento dei costi delle materie prime e dall’aumento degli ammortamenti collegati all’avvio delle nuove produzioni”, si legge nel report di preview firmato dagli analisti Gianluca Bertuzzo ed Alberto Villa.
Intermonte ha su Ferrari la raccomandazione Neutral, con target price a 253 euro.
Il 2023 parte con un conto economico spinto quasi unicamente dall’aumento dei volumi dei modelli meno costosi, troppo poco per muovere il titolo. Solo nella seconda parte dell’anno, quando saranno messi in vendita la Daytona SP3 e la Purosangue, ci dovrebbe essere un miglioramento anche della redditività.
Il consensus sull’Ebit del 2023, collocato a 1,52 miliardi di euro, incorpora già ora un pieno successo delle nuove super car, essendo collocato di poco sopra la parte alta delle indicazioni societarie (1,45-1,50 miliardi). Ci sono buone ragioni per non dubitare del raggiungimento del target, visto che le Daytona SP3 sono già state tutte prenotate dai miliardari in grado di spendere i circa due milioni di prezzo di listino, ma ben difficilmente, i dati del trimestre porteranno ad un cambio delle stime del consensus, a meno che la società decida di ritoccare le previsioni sulla redditività.
In assenza di miglioramenti dei target, a guidare il titolo potrebbero essere i multipli, oggi esasperati. Ferrari, a questi prezzi, è cara non soltanto rispetto al PE, ma anche se si guarda un altro indicatore importante, lo spread tra il rendimento del free cash flow ed il free risk, espresso in Europa dal rendimento del Bund tedesco: questo differenziale oggi è su livelli che non si vedevano dal marzo del 2020.
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