ENI - Tassa su extra profitti estesa al 2023 (35% extra utile ante imposte)

intanto il prezzo del gas scende ai minimi da quattro mesi

FATTO
Approvata ieri in serata la Legge di Bilancio 2023 che vede la sostanziale conferma delle ultime indiscrezioni con l’estensione al 2023 dell’imposta sugli extra-utili energetici con un’aliquota del 35% da applicarsi alla variazione degli utili pre-tasse 2023 rispetto a quelli medi del quadriennio 2018-21.

Confermato invece l’impianto della tassa 2022 (con la seconda rata da pagare entro il 30 novembre) ma con l’esclusione delle operazioni straordinarie e infragruppo. Approvato, infine, un cap temporaneo a Eu180/MWh per i produttori inframarginali (sono inclusi i combustibili da biomassa con l’eccezione del biometano), norma che andrà ora armonizzata con il prelievo sugli extraprofitti delle rinnovabili già introdotto dall’articolo 15 bis del decreto 4 del gennaio 2022 (e allungato fino al 30 giugno 2023 rispetto alla deadline di partenza, fine 2022).

EFFETTO
Ricordiamo che la società maggiormente impattata dalla tassa sugli extra-profitti 2022 al 25% sul delta Iva è Eni (extra tassa pari a circa 1.4 mld). Ieri il titolo ha staccato l'interim dividend di 0,22 euro per azione.

Segue Saras (95 mln). 

Tra le Utilities, Enel ha quantificato l’extra tassazione in circa 70 mln, Erg e le Local Utilities tra 30-40 mln.

Da valutare se il Governo valuterà eventualmente se applicare un’aliquota superiore al 33% e se allargare lo spettro delle attività interessate (attualmente solo generazione, importazione e vendita elettricità, produzione, importazione e vendita idrocarburi e raffinazione).

La raccomandazione su ENI è INTERESSANTE, con target price a 16 euro. 

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