Dividendo Enel: oggi ultima chiamata. La cedola è cresciuta e crescerà

Il saldo si va a sommare all'anticipo di 0,215 euro di gennaio, per uno yield complessivo su base annua del 6,40% circa. Oggi è l'ultimo giorno disponibile per passare all'incasso

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Rendimento 

Enel staccherà lunedì 21 luglio il saldo del dividendo di 0,255 euro per azione (yield 3,20%), l'anticipo di 0,215 euro era stato pagato a gennaio, per uno yield complessivo su base annua del 6,40% circa.

Oggi è l'ultimo giorno disponibile per passare all'incasso, lunedì il titolo tratta ex-dividend e il mercato sembra guardare alla scadenza: il titolo guadagna lo 0,8% a 7.94 euro, poco lontano dai massimi da metà 2021 toccati a inizio mese, a 8,29 euro.

Da inizio anno la performance è del 15%, poco meno del +17% registrato dal Ftse Mib e del +16% dell’indice Stoxx 600 Utilities zona euro.

Dividendo: 11 anni di crescita

Se il titolo guadagna il 62% negli ultimi tre anni , contro il +22% dello Stoxx di riferimento, è anche per la generosità del dividendo, aumentato costantemente negli ultimi undici anni. L’anno scorso, i soci avevano intascato 0,43 euro e quella precedente 0,41 euro. 

Il piano industriale al 2027 presentato l’anno scorso in novembre, ha migliorato la politica del dividendo, portando il floor (minimo) a 0,46 euro, tre centesimi in più del precedente piano, con la possibilità di “un potenziale ulteriore incremento fino a un payout del 70% sull'Utile netto ordinario del Gruppo”. In aggiunta, la società ha deciso di lasciarsi le mani libere, rimuovendo il vincolo della neutralità dei flussi di cassa.

Intermonte si aspetta che l’anno prossimo, il dividendo sull’utile del 2025 salga a 0,48 euro, da 0,47 di quest’anno. Nel 2027, anno di competenza 2026, si arriva a 0,49 euro e nel 2028 a 0,51 euro.

Andamento operativo: invasi idro meno pieni

Dall’attività operativa non arrivano indicazioni preoccupanti, tali da mettere a rischio queste assunzioni. A fine mese, Enel dovrebbe riportare risultati del secondo trimestre solidi. 

L’EBITDA ordinario dovrebbe aggirarsi intorno ai 5,40 miliardi di euro (-3% su base annua, flat su base sequenziale). A pesare dovrebbero essere i volumi dell’idroelettrico, attesi in calo per motivi meteo: la base di comparazione con il fortissimo analogo periodo del 2024, è sfavorevole. Il tema degli invasi più bassi, è negativo per tutto il settore, ma lo è di più per A2A, maggiormente esposta alla generazione hydro.

L’analista di Intermonte, Paolo Citi, mette in conto che i prezzi medi di vendita dell’energia elettrica siano leggermente inferiori al passato e si aspetta  la normalizzazione dei margini al dettaglio. Il debito netto dovrebbe attestarsi a 55,5 miliardi di euro, in leggero calo rispetto ai 56,0 miliardi di euro di fine marzo.

Saranno probabilmente confermati gli obiettivi del  piano industriale: EBITDA ordinario compreso tra 22,9 e 23,1 miliardi di euro, utile netto ordinario compreso tra 6,7 e 6,9 miliardi di euro. Citi ritiene che ci siano buone chance di raggiungimento dell'estremità alta dell’intervallo.

AZIONI:

Marino Masotti

Caporedattore