Campari - La Guardia di Finanza sequestra azioni per circa 1,3 mld
Le azioni sono in capo a Lagfin, la holding di diritto lussemburghese principale azionista di Campari

Campari sarà il titolo di oggi sotto i riflettori a Piazza Affari. Venerdì, la Guardia di Finanza ha dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo per un valore di circa 1.29 miliardi di euro nei confronti di Lagfin, la holding di diritto lussemburghese principale azionista di Campari, per i reati di 'dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici' e per "responsabilità amministrativa delle persone giuridiche". L'indagine ha preso avvio da una verifica fiscale nei confronti di Lagfin che, a seguito di un'operazione straordinaria di fusione per incorporazione, ha assorbito la propria controllata italiana detentrice del pacchetto azionario di maggioranza di Campari.
Gli approfondimenti hanno permesso di constatare che, all'atto della fusione, non sono state dichiarate le plusvalenze da exit tax per oltre 5,3 miliardi di euro, maturate in capo alla società italiana oggetto di incorporazione e non tassate al momento della loro fuoriuscita dal territorio nazionale come previsto dalla normativa fiscale. In particolare, il gruppo societario, attraverso una serie di complesse operazioni, ha solo formalmente trasferito gli asset, detenuti dalla società italiana a una branch domestica neo costituita, mentre la gestione effettiva del ramo d'azienda finanziario veniva esercitata a livello di casa madre estera. Il sequestro è stato integralmente eseguito attraverso l'apposizione del vincolo sulle azioni ordinarie della società partecipata dalla holding lussemburghese, fino a concorrenza dell'importo disposto nel decreto, corrispondente all'imposta non versata all'atto del trasferimento all'estero della società incorporata.
La reazione di Lagfin
La holding ha sostenuto che "la questione attiene un contenzioso fiscale in essere da circa due anni e che non ha mai riguardato in alcun modo il gruppo Campari", di cui il sequestro non mette a rischio il controllo. La holding rivendica di aver "sempre operato nel pieno rispetto di tutte le norme e si difenderà vigorosamente" di fronte alle contestazioni.
L'opinione dei nostri esperti:
1) Il sequestro rappresenta circa il 16% dell'attuale capitalizzazione di mercato di Campari. Lagfin detiene una partecipazione di controllo pari al 51,8% del capitale ordinario e all'82,6% dei diritti di voto. Sebbene il valore sequestrato sia significativo, la partecipazione molto più consistente di Lagfin rende improbabile uno scenario di cessione forzata delle azioni;
2) Come indicato da Lagfin, "la controversia non riguarda Campari", pertanto, non vi sono conseguenze né per la società né per il gruppo;
3) Il caso era stato reso pubblico per la prima volta a metà del 2024, quando le autorità fiscali hanno avviato un'indagine su Lagfin (non su Campari) per presunte imposte non pagate superiori a 1 miliardo di euro per gli anni 2018-20;
4) I precedenti storici in Italia per simili controversie fiscali tra holding familiari suggeriscono che gli accordi transattivi sono comuni, con conseguenti pagamenti finali ben al di sotto delle richieste iniziali, spesso soddisfatti tramite attività liquide o accordi strutturati piuttosto che tramite cessioni di azioni;
5) Il prossimo Campari Strategy Day è in agenda il 6-7 novembre e offrirà al management un'opportunità "tempestiva" per affrontare la questione con analisti e azionisti;
In conclusione, questo evento riguarda esclusivamente le esposizioni fiscali di Lagfin, non del Gruppo Campari. La società quotata, la sua governance e la sua struttura rimangono inalterati e il rischio di un collocamento di azioni rimane basso, data la capacità finanziaria e la posizione di controllo di Lagfin. Il mercato potrebbe registrare una certa volatilità a breve termine, ma le motivazioni di investimento di base per Campari rimangono pienamente intatte.
Il titolo è confermato nel PORTAFOGLIO LONG RACCOMANDATO di Websim.

