BUZZI UNICEM - Presentata la roadmap di decarbonizzazione al 2030-2050

temiamo un impatto negativo dai maggiori costi dell'energia

FATTO
La società ha organizzato un evento in presenza dedicato alla comunità finanziaria per presentare i propri progetti di decarbonizzazione.

La roadmap prevede una riduzione delle emissioni di CO2 dagli attuali 594kg CO2/ton di materiale cementizio a meno di 500 nel 2030, con il raggiungimento della net neutrality al 2050. Il piano è stato sviluppato con un approccio bottom up (valutando dunque le potenzialità di ogni singolo impianto) e si sviluppa grazie ad 8 leve: 

• efficienza nella produzione e nel design e costruzione degli edifici; 
• il livello di clinker nel cemento (da 75.4% nel 2021 a 67.3% al 2030, 63.4% al 2050);
• l’aumento dell’uso degli alternative fuels: da 32.4% nel 2021 a 45.4% nel 2030 e 69.5% nel 2050;
• l’utilizzo di fossil fuel con piu basso fattore di emissione, con il contributo in particolare del metano, che ha emissioni pari alla metà di carbone e petcoke a parità di energia prodotta;
• efficienza nel consumo elettrico e termico;
• recarbonation (ovvero la capacità del calcestruzzo di ri-assorbire CO2 nell’aria;
• decarbonizzazione dell’elettricità;
• carbon capture, (usage) and storage (“CCUS”): al 2030 ancora in fase prematura (riassorbimento della CO2 solo per l’1%), con un target del 48% al 2050;

In termini finanziari, circa 750 mln sono stati previsti come extra capex al 2030 per i progetti di transizione, ovvero circa 70-80 mln all’anno per i prossimi 9-10 anni (quindi circa 300 mln all’anno inclusi CAPEX ordinari), con una parte consistente (circa il 38%) dedicata ai progetti di riduzione del clinker e della decarbonizzazione dell’elettricità (25%). L’obiettivo della società sarà in ogni caso quello di mantenere un livello di CAPEX pari a circa l’8% delle sales e di mantenere il debito ad un livello adeguato al rating di investment grade (1.5x-2.0x net debt/EBITDA). Il management inoltre ha reiterato il commitment verso la generazione di cassa e l’allocazione della cassa extra per la remunerazione degli azionisti o per operazioni di M&A.

EFFETTO
Vediamo positivamente la presentazione della roadmap in quanto la società è stata finora poco incisiva sul tema riduzione CO2 ed emissioni rispetto ai competitor. Il piano è certamente ambizioso, in particolar modo per quanto riguarda i target di net neutrality al 2050, e non mancano le criticità: circa il 50% del percorso verso la net neutrality sarà dipendente dalla CCUS, una tecnologia che è ancora lontana dall’essere applicabile in scala industriale.

Inoltre, il piano prevede talune assunzioni su elementi al di fuori del controllo della società (supporto istituzionale, stabilità delle condizioni di mercato, sviluppo di una rete elettrica da fonti rinnovabili a livello nazionale, etc) che potrebbero influire sullo sviluppo della roadmap.

In termini finanziari, riteniamo che la società abbia una solida struttura di partenza (ricordiamo che il 2021 si è chiuso con cassa netta positiva di 236 mln) e quindi interessanti potenzialità per incrementare il ritorno agli shareholders o perseguire opportunità di M&A. Nel primo caso tuttavia non è stato dato alcun commitment quantitativo; nel secondo, il messaggio emerso è che sarà improbabile vedere grosse operazioni transformational poiché acquisire asset diventa più difficile dovendo inserire anche valutazioni riguardanti le emissioni e l’impatto che tali asset avrebbero sulla roadmap.

Su Buzzi raccomandazione INTERESSANTE, target price 24,30 euro. 

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Enrico Nicoloso

Responsabile Analisi Tecnica