Brunello Cucinelli - Conferma la correttezza dell’attività in Russia

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Il Financial Times ha pubblicato un articolo che riporta la descrizione dell’operatività del gruppo in Russia da parte del CEO Luca Lisandroni, in riposta alle critiche sollevate da un report redatto dal fondo londinese Pertento Partners, che detiene la maggiore posizione short su Brunello Cucinelli.

Secondo questo report, la casa di moda avrebbe violato le sanzioni UE continuando a vendere beni di lusso in Russia oltre i limiti consentiti.

Lisandroni ha respinto con forza queste accuse, chiarendo che: le boutique russe sono chiuse, ma il personale svolge attività di vendita privata (one-on-one) nello showroom di Mosca, solo con prodotti che rientrano nei limiti legali imposti dall’UE; le spedizioni verso la Russia rispettano il tetto di Eu300 previsto dalla normativa UE, riferito al valore dichiarato in dogana; l’azienda utilizza anche stock residui consegnati prima della guerra; i controlli interni e le autorità doganali italiane ed estere non hanno mai segnalato anomalie né triangolazioni attraverso Paesi terzi; la scelta di mantenere la struttura locale serve a garantire stipendi pieni ai dipendenti e rispettare i contratti di locazione; la collaborazione con alcuni department store di Mosca continua, ma sempre “nel pieno rispetto delle regole UE”.

Infine, Luca Lisandroni ha sottolineato come la Russia rappresenti ormai solo il 2% del fatturato e ha dichiarato che le esportazioni nei confronti delle controllate in Russia siano passate da Eu16mn nel 2021 a Eu5mn nel 2024, numeri che, ha concluso, “aiutano a ridimensionare la vicenda e a contestualizzare le accuse di dumping”.

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