A GPI la sanità italiana non basta più

Websim intervista il management
a574e52184fc434a8d12e8e047946e97

L’arrivo dei fondi del Pnrr traghetterà in via definitiva la sanità nel mondo della digitalizzazione chiamata ad affrontare la sfida della sostenibilità. Questo processo porterà alla definizione di una nuova morfologia dei servizi per la cura delle persone, che comporterà la riorganizzazione di tutto il contesto sanitario territoriale. Il cambio di scenario dovrebbe avere un impatto serio su Gpi , nata più 30 anni fa a Trento e attiva nel mercato dei servizi per la sanità.

Il buon momento dell’azienda è fotografato nei conti 2021: ricavi a 326,9 milioni di euro, in aumento di 55,9 milioni rispetto a quanto fatto nell’anno precedente. L’impulso più significativo è derivato dalla crescita organica (+16,2%) rispetto a quella per linee esterne (+4,4%). L’ebitda è stato di 49,8 milioni (+24,1%) e l’utile netto si è attestato a 11,3 milioni (rispetto ai 12,3 del 2020).  

"Il 2021 è stato positivo", spiega Lorenzo Giollo, investor relations officer. "Il nostro core business, che è la fornitura di software, servizi e tecnologie al mondo sanitario, è in forte sviluppo. A seguito della pandemia, infatti, la tenuta del sistema sanitario è diventata cruciale. A questo bisogna aggiungere che la popolazione sta invecchiando e aumentano le malattie croniche, motivo per cui ci saranno aumenti della spesa sanitaria. Per avere la stessa qualità nel servizio e contenere i costi bisognerà puntare sempre di più sulla trasformazione digitale". 

L’87% dei ricavi del Gruppo deriva dalle sue aree di business principali. Da un lato c’è l’area software e IT (117,6 milioni di ricavi), che abbraccia la trasformazione digitale della sanità dal processo trasfusionale, agli erp che supportano il sistema sanitario fino all’assistenza negli ospedali e sul territorio ai pazienti. E poi l’area care e servizi amministrativi (con 166,2 milioni di ricavi), rappresentata da servizi come cup, contact center e sistemi completi di virtual care che comprendono tecnologie e servizi per la Telemedicina. Le aree automation, pay e ICT contribuiscono per circa 43,1 milioni al totale dei ricavi. 

Per l’azienda, il 2021 è stato un anno importante anche per quel che riguarda le operazioni strategiche nel campo M&A. È stata infatti perfezionata l’acquisizione del gruppo francese Medinfo e completata l’acquisizione delle quote residue di Hemasoft in Spagna, entrambe società operative sui mercati internazionali e specializzate in soluzioni per il software trasfusionale. Infine, è stata lanciata Gpi4Blood, piattaforma proprietaria per la gestione della filiera dell’ecosistema sangue. 

Il Gruppo nel 2021 incrementa del 30,6% i  ricavi all’estero e nel suo futuro vede una sempre maggiore internazionalizzazione. "Le linee guida della nostra politica di m&a guardano principalmente l’estero e il mondo del software", spiega ancora Giollo. "In generale i mercati per noi più interessanti sono l’America e l’Europa. Per noi l’internazionalizzazione è un’opportunità ma anche una necessità. Del resto, in Italia lavoriamo con il settore pubblico che è un ottimo pagatore, ma ha tempistiche lunghe. Mentre all’estero il sistema è più rapido, accedervi ci permetterebbe di diversificare le fonti di ricavo. In Italia siamo già un attore leader nel mondo software, ragione per cui potremmo fare acquisizioni solo per affinare i nostri prodotti e coprire nuovi territori”.

Intanto, nei primi mesi del 2022 Gpi ha sottoscritto una lettera d’intenti per l’acquisizione del 75% del capitale sociale di Tesi Group, di cui fanno parte due società italiane e tre estere in Messico, Brasile e Colombia. La società è un player di rilievo nel campo delle soluzioni di information technology per il mondo della sanità. Finita la fase di due diligence, Gpi potrebbe arrivare al closing entro la fine di maggio 2022. 

L’azienda italiana per il futuro guarda a settori innovativi come quello della Telemedicina. Ma anche a quello dell’intelligenza artificiale e della gestione del dato, aree dove ha intenzione di fare investimenti. "Stiamo utilizzando sempre più algoritmi di IA nelle nostre procedure. Questo perché un tempo i dati venivano gestiti, adesso questi ci possono aiutare a prendere decisioni. Saper elaborare una quantità esorbitante di dati, ci consente di fare proiezioni predittive e capire con congruo anticipo se c’è potenzialmente qualcosa che non funziona nella cura del paziente".

www.websim.it