LEONARDO - In arrivo il "Whatever it takes" sulla Difesa

Il settore della difesa potrebbe tornare sotto i riflettori la settimana prossima, in coincidenza con la presentazione ufficiale del Rapporto sulla competitività da parte di Mario Draghi,

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Fatto

Leonardo si avvia a chiudere la settimana con un calo di quasi il -9%, una flessione da ricondurre unicamente al risultato delle elezioni in Germania di domenica scorsa: a vincere sono stati partiti per varie ragioni contrari all’impegno bellico in Ucraina, per cui, sono scesi nei primi giorni della settimana quasi tutti i titoli della Difesa.

La debolezza di questa settimana arriva però dopo mesi di rialzo continuo. Dall’ingresso dei carri armati russi in Ucraina, il 24 febbraio, la tedesca Rheinmetall guadagna il +470%, la svedese SAAB il +344%, la norvegese Kongsberg il +310% e Leonardo il +240%.

Il settore potrebbe tornare sotto i riflettori la settimana prossima, in coincidenza con la presentazione ufficiale del Rapporto sulla competitività da parte di Mario Draghi, l’ex Presidente del Consiglio e governatore della BCE illustra i contenuti delle quattrocento pagine della ricerca insieme alla presidente della Commissione Europea, Ursula von del Leyen.

Secondo quanto ha riferito in anteprima Politico, la Difesa è uno dei capitoli più importanti del documento.

Si va dalla richiesta di istituzione di un’Autorità per l’industria della difesa a livello centrale, all’introduzione di un principio di preferenza europea nelle fusioni. “La base industriale della difesa dell’Ue sta affrontando sfide strutturali in termini di capacità, know-how e vantaggio tecnologico. Di conseguenza, l’Ue non sta tenendo il passo con i suoi concorrenti globali”, si legge nella bozza. E ancora, “con il ritorno della guerra nel vicinato dell’Ue, l’emergere di nuovi tipi di minacce ibride e un possibile spostamento dell’attenzione geografica e delle esigenze di difesa degli Stati Uniti, l’Ue dovrà assumersi una crescente responsabilità per la propria difesa e sicurezza”.  

Nel rapporto potrebbe esserci un’indicazione precisa su quel che circola in modo informale da qualche mese nei palazzi delle istituzioni europee: la Banca Europea degli Investimenti potrebbe chiamata a svolgere un ruolo propulsivo nell’incremento della spesa militare, superando in qualche modo il divieto ai finanziamenti per le armi oggi presente nello statuto. “Il punto importante sarà vedere se le misure saranno efficaci nel favorire maggiore cooperazione tra le aziende nazionali e nella riduzione delle piattaforme industriali sul modello MBDA”, scrivono gli analisti di Intermonte”.

Effetto

Un appello all’esercito comune potrebbe far ripartire il rally, anche perché il contesto e i fondamentali economici non sono cambiati in questi giorni…

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