Le utility e le energie rinnovabili: tra sensibilità ai tassi e opportunità future

Le utility hanno registrato una forte ripresa, ma le energie rinnovabili sono state le più colpite. 

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La ripresa delle utility

Le utility hanno registrato una forte ripresa ieri, con Orsted  +7,78%, Verbund  +5,75%, Fortum +4,61%, RWE  +3,57%, EDP +3,27%. Questo aumento è avvenuto mentre i tassi reali decennali in Europa hanno iniziato a stabilizzarsi dopo una brusca correzione settimanale: -20bps in Francia, -22bps in Germania e -24bps negli Stati Uniti, mentre i membri della Fed (P.Jefferson & L.Logan) hanno affermato che la politica monetaria sta procedendo secondo i piani per diffondersi nell'economia, rafforzando lo scenario di una fine dell'aumento dei tassi nominali.

Questa elevata sensibilità ai tassi di interesse rivela la natura proxy delle utility e delle energie rinnovabili, poiché molte utility tradizionali si sono orientate verso un modello energetico rinnovabile per cavalcare l'onda, aumentando così la loro sensibilità ai tassi di interesse (controvalore di valutazioni elevate). Nel rally di ieri, i gruppi con la maggiore esposizione alle energie rinnovabili hanno registrato le perdite più consistenti in termini di rendimento YTD: Orsted -41%, Acciona -32%, Neoen -31%, ERG -23%, EDP -19%. D'altra parte, i gruppi che hanno mantenuto il loro aspetto tradizionale di utility, con reti e consistenti attività di produzione già finanziate, si sono dimostrati molto più difensivi in un contesto di timori di recessione, come ci si aspetterebbe da una utility tradizionale: E.on +19%, Veolia +13,2%, Hera +3%, Verbund +3%, Snam -0,75%, National Grid -3%. Riteniamo che le performance di Enel (+13%) siano più legate a fattori idiosincratici legati all'impegno della sua gestione e al programma di gestione degli asset. Centrica +62%, invece, ha un profilo speciale che la rende più una società di trading e ha quindi beneficiato del rally del gas, mentre EVN (+47%) si sta riprendendo di fronte a una probabile esagerazione di mercato.

Al momento, quindi, raccomandiamo di stare lontani dalle azioni di crescita delle energie rinnovabili finché lo scenario non favorisce un'inversione dei tassi di interesse e un'inflazione stabilizzata. Quest'ultima potrebbe essere alimentata da timori inflazionistici, mentre il gas naturale, che è aumentato del 29% in una settimana, sfiorando i €50/MWh, potrebbe alimentare nuovi timori inflazionistici.

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