Il comitato aziendale di Porsche avverte di ulteriori minacce di tagli
I colloqui riguardano circa 23.000 dipendenti nell'area di Stoccarda, su oltre 35.000 dipendenti in tutta la Germania

Il comitato aziendale Porsche ha avvertito che l'azienda minaccia di tagliare un quarto dei posti di lavoro presso la sede centrale tedesca e gli stabilimenti limitrofi, con il presidente del comitato, Ibrahim Aslan, che ha affermato che il management ha persino suggerito di spostare la produzione in paesi con "salari significativamente più bassi".
I colloqui riguardano circa 23.000 dipendenti nell'area di Stoccarda, su oltre 35.000 dipendenti in tutta la Germania.
Sebbene Porsche insista sul fatto che "significative ottimizzazioni dei costi siano essenziali", date le pressioni sull'industria automobilistica europea, non ha commentato l'entità dei possibili tagli.
I lavoratori sono tutelati da una garanzia di occupazione fino al 2030, il che significa che qualsiasi riduzione dell'organico dovrà basarsi su dimissioni volontarie o abbandono naturale.
Le discussioni sul risparmio sui costi sono state avviate dall'amministratore delegato Oliver Blume, che lascerà l'incarico a fine dicembre dopo un decennio, mentre l'ex capo della McLaren, Michael Leiters, dovrebbe concludere i colloqui quando assumerà l'incarico di amministratore delegato nel nuovo anno.
Le discussioni sul taglio dei costi giungono mentre Porsche sta lottando contro il crollo della domanda cinese (con consegne in calo del 26% nei primi nove mesi del 2025 nella regione), un costoso passaggio ai veicoli elettrici e i dazi statunitensi.
Le difficoltà di Porsche rispecchiano quelle del più ampio gruppo Volkswagen, che ha definito piani per ridurre significativamente la sua forza lavoro in Germania entro il 2030, inclusi 35.000 posti di lavoro presso il suo marchio principale VW.

