Settore Bancario - Aggiornamento
I dati di gennaio 2024 indicano un rallentamento della crescita dei costi di finanziamento, mentre i volumi rimangono deboli. SyRB potrebbe limitare ulteriormente la capacità di prestito delle banche.

Sintesi - La crescita del Costo della Raccolta Rallenta
I dati di gennaio 2024 mostrano che la crescita dei costi di finanziamento è in rallentamento e che i rendimenti corporate e della clientela retail rimangono elevati; ciò implica che 1Q23 potrebbe rimanere un trimestre positivo in termini di trend degli spread commerciali. D'altro canto, i volumi rimangono deboli. Gli NPL sono in leggero aumento, ma sembra si tratti di un effetto stagionale post 4Q23. Contrariamente alle nostre aspettative, le banche continuano a non aumentare i loro portafogli di Govies.
Analisi
Lending: I volumi di gennaio 2024 sono rimasti lenti, penalizzati dai tassi elevati dell'Euribor: questo è stato particolarmente il caso per le imprese (-5% anno su anno), rispetto alle famiglie (-2% anno su anno). Tutto sommato, il saldo netto dei prestiti nei bilanci delle banche era di €2,18 trilioni (-6% anno su anno), di cui €1,28 trilioni legati all'economia reale (-3% anno su anno). Il saldo ipotecario è rimasto sostanzialmente piatto da un mese all'altro a €424bn, mentre i prestiti al consumo sono stati +4% anno su anno a €121bn; le imprese non finanziarie sono rimaste deboli a €615 miliardi, -5% anno su anno.
Asset Quality: gli NPL lordi/netti sono rimasti sotto controllo a €30bn/€18bn, in linea con quanto dichiarato dalle banche durante le conference call del 4° trimestre del 2023. La copertura è scesa al 41% su vendite e cessioni, tipica del 4° trimestre del 2023.
Lending Rates: i tassi di prestito erano misti: il nuovo denaro netto per le imprese non finanziarie è aumentato di 2bp da un mese all'altro con il saldo in aumento di 5bp; d'altra parte, i mutui per le famiglie (APRC NNM) sono scesi bruscamente a 438bp (-45pb da un mese all'altro) con il saldo sostanzialmente piatto da un mese all'altro a 314bp.
Securities Portfolio: I portafogli delle banche valgono circa €912bn (-1% da un mese all'altro, -3% anno su anno); di questi, circa €351bn sono titoli di stato italiani (-3% da un mese all'altro, -9% anno su anno); ancora una volta, sottolineiamo che questo numero assoluto è abbastanza basso, e crediamo che le banche inizieranno presto ad acquistare titoli di stato più a lungo per bloccare i coupon elevati pagati ora.
Funding: dati i tassi elevati e duraturi e il passaggio in corso dalla liquidità ai titoli di stato, anche aiutati da una diversa tassazione, il finanziamento è stato debole nel gennaio '24 con i conti correnti che sono scesi a €1,3 trilioni (-3% da un mese all'altro e ancora -7% anno su anno). Di fatto, nonostante questo aumento, le banche hanno mantenuto sotto controllo i costi di finanziamento.
Funding Rates: tutto sommato, i costi di finanziamento nel gennaio '24 sono aumentati di 3bp da un mese all'altro e di 50bp anno su anno a causa di tassi più elevati. Come abbiamo affermato un mese fa, per mettere le cose in prospettiva, l'aumento anno su anno rimane molto inferiore all'aumento dei tassi di prestito, con le banche che mantengono i tassi di deposito ampiamente sotto controllo e mantenendo uno spread solido sui clienti.
Potrebbe il nuovo SyRB ridurre la capacità di prestito? Tralasciando il solito argomento sulle banche riguardo al beta dei depositi, sottolineiamo il focus sul nuovo SyRB, che potrebbe ostacolare la crescita dei prestiti. La Banca d'Italia ha avviato una consultazione pubblica sull'attivazione di un buffer di rischio sistemico (SyRB) del 100 punti base sulle attività ponderate per il rischio creditizio/contro parte interne nazionali; questo è destinato ad essere un buffer di capitale previsto dalla legislazione dell'UE e immediatamente rilasciabile dalle autorità macroprudenziali quando ritenuto necessario. Il target del buffer sarebbe raggiunto gradualmente: 50bp entro il FY24 e 50bp entro la prima metà del 2025. Il SyRB, che riteniamo possa essere visto come un'integrazione del SREP, mira ad aumentare ulteriormente la resilienza delle banche agli shock, migliorando la loro capacità di assorbire possibili perdite. La Banca d'Italia afferma che le analisi mostrano che i costi dell'introduzione del buffer sarebbero estremamente bassi nell'attuale contesto macroeconomico (sosteniamo che le banche abbiano un buffer sul SREP molto più alto di 100bp). Presumiamo che qualsiasi ulteriore aumento dei tassi minimi di capitale, in particolare sul lato del credito, potrebbe effettivamente costringere le banche a ridurre la loro capacità di prestito, specificamente per ridurre l'assorbimento di questo buffer aggiuntivo.