La Guida 2025 per l'investitore in cerca di buone idee

L’Italia torna nel radar degli investitori secondo gli esperti di Intermonte. Ecco come orientarsi con azioni, obbligazioni, petrolio e oro

Grafici finanziari con sfondo blu e azzurro

Il fattore stabilità politica è stato per anni a sfavore dell’Italia, nel 2025 sarà invece un elemento positivo, a sostegno dell’investimento nella borsa di Milano e nel BTP.

“Dal governo, in particolare dal MEF, sono arrivati segnali di attenzione ai conti pubblici”, ha detto oggi Alberto Villa, il capo ufficio studi di Intermonte, nel corso della presentazione della strategia per il 2025. Non a caso, il sottotitolo del report è “L’Italia torna nel radar degli investitori”.

Il BTP sta scalando posizioni nei confronti dell’OAT francese, del Gilt britannico e anche del Bund tedesco. Se il debito italiano attrae di più, perché viene ritenuto sostenibile e relativamente tranquillo, se ne avvantaggia anche l’azionario. La discesa dello spread, da 170 punti base degli inizi di gennaio 2024 a 110 di fine dicembre dello stesso anno, ha portato a quello che nel gergo del mercato si chiama Re-rating dei multipli. Piazza Affari è passata negli ultimi dodici mesi da un Price-Earnings (sull’anno seguente) di 9 volte a 10,6 volte. Insomma il gap valutativo con le borse dell’Europa si è ridotto ma non quanto la cospicua discesa del rischio paese avrebbero lasciato prevedere, per cui, le azioni della borsa di Milano restano a sconto su quelle di Parigi, Londra e Francoforte, per non parlare di Wall Street.

Banche e blue chip da tenere d'occhio

L’insieme delle società italiane seguite dall’ufficio studi di Intermonte dovrebbe arrivare nel 2025 a 73,5 miliardi di euro di utile. Le banche, da sole, valgono più di un terzo del totale: la crescita dell’utile per azione, rispetto al 2024, dovrebbe essere del 2,2%. L’aggregato banche - finanza dovrebbe arrivare poco sopra i 29 miliardi di euro di risultato netto, leggermente sotto il 2024: pur in assenza di crescita dell’utile, il contesto per il settore resta favorevole, sia in termini di dividendo, di riacquisto di azioni proprie e andamento del costo del rischio.

In aggiunta c’è il tema speculativo, visto che gli alti livelli di capitale e la discesa dei tassi, dovrebbero avviare il consolidamento. Tra le otto società a larga capitalizzazione segnalate da Intermonte, ci sono infatti due banche, Intesa Sanpaolo e Banco BPM. Le altre sei sono Amplifon, Buzzi, Enel, Ferrari, Leonardo e Pirelli, prescelte per ragioni specifiche e non di contesto.

Dove investire per i dividendi

Banco BPM non è soltanto una delle otto best ideas for 2025 ma è anche nel ristretto gruppo dei titoli da comprare in vista del dividendo, gli altri sono Bper Banca, Banca Monte Paschi, Banca Mediolanum, Poste, Iren e Snam: Intermonte stima che Piazza Affari paghi quest’anno 36,5 miliardi di euro di cedole, +5% sul 2024.

BCE, Federal Reserve e titoli di Stato

Le indicazioni operative sull’azionario sono coerenti al quadro macroeconomico delineato nel corso della presentazione dal Chief Global Strategy, Antonio Cesarano. Nel 2025, in termini di crescita economica, gli Stati Uniti lasceranno indietro l’Europa e l’inflazione sarà leggermente sopra il 2% sulle due sponde dell’Oceano. In questo contesto, la BCE dovrebbe tagliare i tassi d’interesse di circa un punto, principalmente nella prima parte dell’anno. Molto più modesto l’allentamento monetario della Federal Reserve, al massimo due tagli, entrambi verso la fine dell’anno. Per i tassi di rendimento delle obbligazioni dovrebbe essere un anno di su e giù.

Nella prima parte dell’anno, durante quella che Cesarano chiama “la fase di escalation” del confronto tra gli Stati Uniti e il resto del mondo, si potrebbe arrivare a vedere il Treasury Note a dieci anni al 5%, ma a fine anno dovremmo essere intorno a 4,4%. Sia il Bund che il BTP dovrebbero apprezzarsi, scendendo a un tasso di rendimento del 2,3% e del 3,7%, da 2,65%, 3,83% di oggi.

Euro, dollaro, petrolio e oro

L’euro potrebbe essere schiacciato dal dollaro in questa prima parte del 2025, per cui, secondo Intermonte, ci si può aspettare una discesa a 0,95 del cambio, a fine anno però, anche per effetto delle decisioni dell’Europa sulla difesa, si potrebbe tornare a 1,07-1,010.

Anche il petrolio Brent dovrebbe muoversi parecchio tra due estremi parecchio lontani,  fino a 90 dollari il barile nel primo semestre e intorno ai 60 dollari a fine anno. Infine l’oro sarà sfavorito sulla carta dal persistere di tassi di mercato relativamente alti, tuttavia Cesarano si aspetta che i prezzi possano salire per effetto degli acquisti delle banche centrali.

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Marino Masotti

Caporedattore