Shopping List 2Q25 - Sotto il Segno dell'Incertezza
I mercati chiudono un 2Q25 volatile con nuovi record, ma lo scenario resta incerto su dazi e crescita. Attese prudenziali sugli utili, focus su settori difensivi e titoli con guidance più visibile.

Sintesi
Performance di mercato e contesto macroeconomico nel 2Q25. I mercati finanziari statunitensi stanno toccando nuovi massimi dopo un secondo trimestre caratterizzato da fortissima volatilità, dominato da incertezze commerciali che restano in gran parte irrisolte. Aprile è stato il mese degli annunci di riforma commerciale, che hanno innescato un violento sell-off, seguito da un recupero miracoloso basato sulla speranza che si possano raggiungere accordi in grado di contenere l’impatto su crescita e utili. Mentre il dollaro si è indebolito significativamente, la capitalizzazione di mercato di Nvidia ha superato i 4.000 miliardi di dollari. Il contesto geopolitico è rimasto instabile nel 2Q, anche se il conflitto tra Israele e Iran, durato 12 giorni, non ha avuto impatti rilevanti sui mercati. Queste incertezze si stanno trascinando anche nel secondo semestre, con mercati sempre più abituati a rapidi cambi di scenario, ma la volatilità rende molto complessa la pianificazione aziendale: il 2H25 sembra destinato ad essere il periodo con il minor flusso di notizie societarie degli ultimi anni. L'outlook sui dazi resta altamente incerto dopo la recente lettera inviata dall’Amministrazione USA all’UE, che preannuncia l’introduzione di un dazio del 30% su tutte le importazioni a partire dal 1° agosto. Pur stimando che si possa trovare un accordo prima di tale scadenza, l’attuale livello di incertezza è elevato, rendendo difficile valutare l’impatto potenziale. Riteniamo plausibile uno scenario con l’introduzione di un dazio base del 10%, accompagnato da eccezioni e concessioni.
Analisi
Direzione degli utili e multipli di mercato. Dopo i tagli alle stime di aprile, lo scenario è diventato più eterogeneo. La pressione sulle stime si è concentrata principalmente sull’industria, come previsto. L’ultimo ciclo di revisioni ha incluso anche l’indebolimento del dollaro USA, che ora stimiamo a 1.15/1.16 come media per il 2025/2026. Gli indicatori di crescita economica sono misti: alla debolezza persistente dell’output industriale e al preoccupante calo ulteriore della produzione auto si contrappongono dati solidi per i servizi, che continuano a sostenere il mercato del lavoro, anche grazie a contratti temporanei e/o a bassa retribuzione. La traiettoria degli utili nel 2H25 dipenderà fortemente dalla risoluzione delle attuali incertezze, che permetterebbe alle aziende di riprendere i piani d’investimento sospesi per i rischi sulle condizioni commerciali. Gli investimenti pubblici dovrebbero rappresentare un importante stimolo in Europa, che sta lavorando su impegni pluriennali in settori chiave come difesa, infrastrutture ed energia. In base a queste variabili, stimiamo una ripresa degli utili nel 2026 (+6.5% YoY), grazie a livelli contenuti di scorte e alla possibile soluzione delle incertezze macro e commerciali, mentre le banche centrali dovrebbero attuare politiche espansive nel 2H25. La combinazione tra revisioni al ribasso degli utili e performance positive ha comportato un generalizzato re-rating del mercato, che ora scambia a 12x/11x gli utili 2025/2026. ancora sotto la media decennale di 12.6x.
Le nostre attese per i risultati del 2Q25 e lista selezionata. La reporting season inizierà tra pochi giorni. Riteniamo che alcune azioni stiano già riflettendo attese implicite sul 2Q dopo le call pre-chiusura che sempre più aziende organizzano, talvolta prima ancora del termine del trimestre. I risultati del 2Q non sono ancora stati impattati in modo significativo dai dazi, salvo in alcuni settori specifici, ma le stime sono già state aggiornate per riflettere le ipotesi sulle trattative commerciali in corso. La visibilità sulla guidance 2025 è inferiore rispetto a qualche mese fa, ma alcuni trend positivi continuano a supportare settori come il finanziario: la brusca correzione dei mercati di aprile è stata recuperata, riportando gli asset under management ai livelli precedenti. I prezzi delle materie prime reagiscono in modo marcato agli sviluppi geopolitici e commerciali, come dimostrato dal petrolio durante il breve conflitto Israele/Iran e dal rame sotto minaccia di dazi. Questa volatilità rende più complessa la modellizzazione degli utili futuri. In alcuni casi manca feedback, e alcune società non pubblicheranno risultati fino a settembre. Detto ciò, la nostra selezione di titoli include nomi i cui prezzi non riflettono ancora, o solo in parte, gli utili prospettici e le guidance. La reporting season inizierà la settimana del 21 luglio, con la maggior concentrazione di risultati negli ultimi giorni del mese / inizio agosto, seguita da un periodo di calma a metà agosto e un’ultima ondata, soprattutto per le mid/small cap, a settembre.
- Long Big Cap: Intesa Sanpaolo, ENEL, Ferrari, Prysmian, Leonardo, Unipol
- Long Mid/Small Cap: De’ Longhi, Fincantieri, Technogym, Webuild, Luve, Maire, TXT
- Short: ENI, Stellantis, Tenaris, Fineco, Moncler, Inwit, Fila, Piaggio