USA verso un'accelerazione sui dazi: mercati ai massimi
Gli Stati Uniti spingono per chiudere i negoziati sui dazi: richieste di offerte definitive entro il 4 giugno ai partner commerciali.

I mercati azionari statunitensi si riavvicinano ai massimi storici, mentre emergono segnali di un’accelerazione nella strategia commerciale di Washington. Gli occhi degli investitori restano puntati su negoziati, dati macro e prossime mosse delle banche centrali.
Dazi, pressioni USA per ottenere offerte dai Paesi
Gli Stati Uniti mostrano segnali di urgenza sul fronte delle dispute commerciali, in particolare verso quei Paesi con cui le trattative sono in fase avanzata. Secondo fonti Reuters, Washington avrebbe chiesto offerte definitive entro il 4 giugno, suggerendo una spinta diplomatica decisa verso una chiusura dei dossier ancora aperti.
Estensione dei tempi per negoziati con la Cina
È stata annunciata un’estensione di 15 giorni per i negoziati con la Cina, dal 15 al 31 agosto. Una finestra che potrebbe favorire l’avanzamento dei dialoghi e, forse, un contatto diretto tra i leader: si parla infatti di una possibile telefonata tra Xi Jinping e Donald Trump, auspicata anche dal Tesoro statunitense come leva per sbloccare l’attuale fase di stallo.
Impatto dazi sul settore tecnologico
La pressione USA è legata anche alle restrizioni cinesi all’export di terre rare, fondamentali per la produzione tecnologica americana. Una mossa che ha probabilmente inasprito i toni e al tempo stesso accelerato le manovre diplomatiche.
Indici azionari USA a un passo dai record
Wall Street ha reagito con ottimismo alle notizie sui negoziati. L’indice S&P 500 ha toccato nuovamente quota 6.000 punti, restando a meno del 3% dai suoi massimi storici di febbraio. Il mercato interpreta questi segnali come un possibile allentamento delle tensioni commerciali.
Petrolio in rialzo nonostante l’aumento dell’offerta OPEC+
Parallelamente, il prezzo del petrolio Brent è tornato a salire, toccando i 65 dollari al barile. Questo nonostante un incremento della produzione OPEC+ di 411.000 barili, inferiore alle attese. Anche le tensioni nei negoziati sul nucleare iraniano hanno contribuito a sostenere le quotazioni.
Rischi inflattivi contenuti
Nonostante il rialzo del petrolio, i prezzi rimangono relativamente bassi su base storica, limitando al momento eventuali spinte inflattive globali.
Segnali di rallentamento economico USA e Cina
Restano invece alcune preoccupazioni sul fronte macroeconomico: gli indici dei servizi USA di maggio hanno mostrato debolezza, così come gli analoghi dati manifatturieri pubblicati in Cina. Indicatori che potrebbero influenzare le prossime decisioni di politica monetaria.
Settimana chiave per BCE e mercato del lavoro USA
La settimana si preannuncia ricca di dati cruciali:
- Martedì: inflazione preliminare dell’Eurozona per maggio, attesa al 2%.
- Mercoledì: dati sull’offerta di lavoro USA di aprile.
- Giovedì: riunione della BCE, con un ulteriore taglio dei tassi al 2% già ampiamente previsto.
- Venerdì: focus sul mercato del lavoro statunitense.
Tutti gli occhi su Lagarde
Sarà centrale il discorso di Christine Lagarde, da cui gli operatori si aspettano segnali su ulteriori possibili tagli dei tassi nel corso del 2025.
Scegli la tua piattaforma e ascolta il podcast
Hai dubbi o domande? Scrivici
Risponderemo nel prossimo episodio