USA-Iran: tensioni sullo Stretto di Hormuz e il ruolo del petrolio
Dopo gli attacchi USA all’Iran, cresce il rischio di tensioni nello Stretto di Hormuz. Mercati in allerta, petrolio in rialzo. Attesa per la reazione di Teheran.

Dopo i recenti attacchi americani contro le basi nucleari iraniane, il mondo guarda allo Stretto di Hormuz, vero ago della bilancia per i mercati energetici globali. Ma cosa potrebbe accadere ora? E come si stanno muovendo i mercati?
Il cuore della crisi: lo Stretto di Hormuz
Gli Stati Uniti hanno colpito alcune postazioni nucleari iraniane nel fine settimana, riaccendendo i timori per una possibile escalation. Tutti gli occhi si spostano ora sullo Stretto di Hormuz, passaggio marittimo strategico da cui transita circa il 20% del petrolio mondiale e quasi il 30% del gas naturale liquido.
Una possibile reazione iraniana potrebbe coinvolgere azioni di disturbo su questo canale cruciale. Teheran ha già minacciato di ostacolarne il passaggio: non più con mine, come in passato, ma con droni mirati a selezionare e bloccare singole imbarcazioni. Un'eventuale ostruzione farebbe crollare l’offerta energetica globale, spingendo verso l’alto i prezzi di petrolio e gas.
Il Brent sale, ma i mercati restano cauti
Il Brent ha toccato quota 78 dollari, segnale che il mercato ha già iniziato a prezzare uno scenario di tensione. Tuttavia, molti investitori erano già posizionati per un possibile aumento dei prezzi, considerata la crescente instabilità geopolitica. Ora, la vera incognita è capire se e quando l’Iran passerà dalle parole ai fatti.
Un’inversione di curva, ma senza panico
Guardando alla curva a termine del petrolio, si nota un’inversione di circa 6 dollari tra il prezzo spot e quello a sei mesi. Un segnale di tensione, ma non ai livelli di crisi visti, ad esempio, durante l’invasione russa dell’Ucraina, quando la differenza aveva toccato i 15-20 dollari. In altre parole, il mercato percepisce un rischio, ma non è ancora in stato d’allarme.
Una settimana ad alta intensità geopolitica ed economica
Accanto alla crisi iraniana, questa settimana sarà densa di appuntamenti macroeconomici: i dati PMI dell’Eurozona, le prime stime d’inflazione di Francia e Spagna e l’attesa audizione di Jerome Powell al Congresso americano. Non meno rilevante il Vertice NATO, che vede la Spagna esentata temporaneamente dall’obbligo di spesa militare al 5% del PIL, un tema che ha già inciso sul comparto difesa in Borsa.
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