Usa, Bond ancora sotto pressione

I bond USA tornano sotto pressione dopo l’asta del Treasury a 20 anni. Domanda debole, tassi in rialzo e conti pubblici in affanno preoccupano i mercati e riattivano i “bond vigilantes”.

Caffè con Cesarano ristretto cover

Negli ultimi giorni, l’attenzione dei mercati internazionali si è focalizzata sul peggioramento delle condizioni dei bond statunitensi, in particolare dopo l’asta del Treasury a 20 anni. In questo articolo analizziamo i motivi delle tensioni, le conseguenze sui mercati azionari, l’impatto della politica fiscale americana, le trattative valutarie tra USA e Giappone, le manovre dell’OPEC sul petrolio e cosa attendersi nei prossimi giorni.

Asta del Treasury a 20 anni: domanda in calo e tassi in rialzo

L'ultima asta del Treasury USA a 20 anni ha evidenziato una domanda inferiore alle aspettative, riaccendendo le preoccupazioni sulla sostenibilità del debito pubblico americano. Il risultato è stato un rialzo significativo dei tassi decennali, tornati intorno al 4,60%, segnalando difficoltà crescenti nel collocamento dei titoli di Stato da parte del Tesoro USA.

Spread e tassi swap: un segnale d’allarme per i mercati

Il rialzo dei tassi è stato superiore rispetto a quello registrato dai tassi swap, un indicatore che gli investitori interpretano come segnale di stress specifico sul debito sovrano statunitense. Questo squilibrio suggerisce che gli Stati Uniti potrebbero dover offrire rendimenti sempre più elevati per attirare acquirenti di Treasury, aggravando ulteriormente il deficit.

Il peso della riforma fiscale americana sui conti pubblici

A complicare lo scenario è la proposta di legge in discussione alla Camera USA per un taglio delle tasse che, secondo le stime, potrebbe generare circa 3000 miliardi di dollari di nuovo deficit nel prossimo decennio. Questo aumento del debito rende i mercati ancora più cauti, riattivando l’attenzione dei cosiddetti “bond vigilantes”, investitori che vigilano sull’equilibrio fiscale e reagiscono penalizzando i titoli sovrani in caso di politiche troppo espansive.

Mercati azionari sotto pressione: realizzi sull’S&P 500

La reazione sui mercati azionari non si è fatta attendere. Dopo un avvicinamento alla soglia dei 6000 punti sull’S&P 500, gli investitori hanno iniziato una presa di profitto, spaventati dal deterioramento del contesto obbligazionario e dalla possibilità che i tassi elevati si mantengano nel tempo, comprimendo i margini delle aziende.

Cambio dollaro/yen: trattative tra Stati Uniti e Giappone

Un altro tema cruciale è il tasso di cambio tra dollaro e yen, osservato speciale durante il recente G7 dei ministri finanziari. Sebbene ci si aspettasse un possibile accordo per consentire una maggiore svalutazione dello yen, dall’incontro tra il Tesoro giapponese e quello statunitense non è emersa alcuna decisione concreta. La trattativa rimane aperta e sembra legata a concessioni reciproche, ad esempio sui dazi commerciali.

Petrolio: l’OPEC+ valuta un aumento della produzione

Intanto, sul fronte energetico, l’OPEC+ starebbe pianificando un nuovo aumento della produzione di petrolio a luglio, pari a circa 440.000 barili al giorno. Si tratterebbe del terzo incremento consecutivo, spinto in particolare dall’Arabia Saudita, in un contesto in cui la domanda globale di petrolio resta stagnante.

Impatto sui prezzi e implicazioni politiche

L’aumento dell’offerta ha fatto scendere i prezzi del petrolio, offrendo un potenziale vantaggio politico a Donald Trump. Il calo della componente energetica potrebbe infatti controbilanciare gli effetti inflattivi derivanti da eventuali nuovi dazi, rafforzando la posizione dell’ex presidente USA in vista delle prossime elezioni.

I dati da monitorare: PMI e trimestrali USA

Per la giornata di oggi, gli operatori guardano con attenzione ai dati PMI preliminari per l’Eurozona e gli Stati Uniti, indicatori chiave dello stato di salute dell’economia. Ma il vero osservato speciale resta il mercato dei bond, soprattutto nel pomeriggio con l’apertura di Wall Street.

Prossime aste e trimestrale di Nvidia

La prossima settimana saranno cruciali le nuove aste del Tesoro USA su titoli a 2, 5 e 7 anni, oltre alla trimestrale molto attesa di Nvidia, che ha da poco concluso importanti accordi anche in Arabia Saudita. I mercati sperano in una guidance positiva da parte del colosso dei semiconduttori, che potrebbe fare da contrappeso alle attuali turbolenze.

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Antonio  Cesarano

Macroeconomista e Responsabile Strategia Finanziaria