Trump riduce i dazi contro la Cina: i mercati puntano alla tregua

Dopo le minacce di dazi al 100% sulle importazioni cinesi, Trump ridimensiona i toni. I mercati restano fiduciosi, mentre la tensione geopolitica si sposta su Venezuela e petrolio.

Caffè con Cesarano ristretto cover

Donald Trump torna a minacciare dazi al 100% su tutte le importazioni dalla Cina, salvo poi ridimensionare le sue parole nel corso del weekend. Le tensioni tra Washington e Pechino restano elevate, ma i mercati sembrano scommettere su una soluzione diplomatica.

Trump minaccia nuovi dazi, poi fa marcia indietro

Venerdì scorso il presidente statunitense ha annunciato dazi punitivi sulle importazioni cinesi a partire dal 1° novembre. Tuttavia, due giorni dopo, ha smorzato i toni, affermando che “nessuno dei due paesi vuole danneggiare l’altro”.

La reazione arriva dopo una serie di provocazioni da parte di Pechino, tra cui il blocco delle importazioni di soia e il giro di vite sulle esportazioni di terre rare, materiali cruciali per la difesa e l’industria tecnologica statunitense. Inoltre, la Cina ha vietato alle proprie aziende di acquistare chip dalla statunitense Nvidia, segnalando un chiaro cambio di atteggiamento verso gli Stati Uniti.

Dietro la disputa commerciale: la partita del Venezuela

Dietro la tensione commerciale potrebbe esserci una questione geopolitica più ampia: il Venezuela. La Cina ha rafforzato i propri investimenti nel paese sudamericano, che vanta le più grandi riserve di petrolio al mondo, mentre gli Stati Uniti hanno intensificato la presenza militare nell’area, arrivando a minacciare un possibile intervento contro il governo di Maduro.

Il petrolio resta un elemento chiave per la strategia americana, necessario per contenere l’inflazione USA nei prossimi mesi, soprattutto se i dazi dovessero far aumentare i prezzi dei beni importati.

I mercati non credono ai dazi: trimestrali e inflazione

Le probabilità che i dazi di Trump entrino effettivamente in vigore restano basse, inferiori al 20% secondo le stime dei mercati. Il calo registrato venerdì viene interpretato come un movimento temporaneo, in attesa dell’avvio della stagione delle trimestrali USA, che parte con le grandi banche americane.

Gli investitori guardano anche al settore dell’intelligenza artificiale e ai nuovi dati macroeconomici in uscita: inflazione di settembre e vendite al dettaglio. Atteso anche un discorso del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, che potrebbe fornire nuovi indizi sulla politica monetaria.

Europa e Asia: instabilità politica e incertezze economiche

In Francia continua la crisi politica: il governo Lecornu attende il voto del Parlamento, ma Marine Le Pen non sembra disposta a sostenere il nuovo governo. In Giappone, la nuova candidata premier dovrà affrontare il voto del 15 ottobre senza l’appoggio del suo storico alleato, il partito LDP, riducendo la stabilità politica del paese.

Settimana densa per i mercati italiani

In Italia si attende la pubblicazione del valore delle cedole minime dei BTP Valore e il nuovo giudizio dell’agenzia DBRS, dopo la conferma del rating con outlook stabile da parte di S&P. Nel frattempo, i mercati obbligazionari USA resteranno chiusi per il Columbus Day, mentre quelli azionari continueranno a operare regolarmente.


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Antonio  Cesarano

Macroeconomista e Responsabile Strategia Finanziaria