NVIDIA delude, Trump insiste sui dazi ma senza chiarezza sulle date

NVIDIA perde terreno per timori sui margini e i dazi di Trump, incertezze sulle date dei dazi USA, prese di profitto sull’oro. Domani focus sui dati dell’inflazione in Europa e USA.

Caffè con Cesarano ristretto cover

Il 27 febbraio 2025 porta con sé importanti aggiornamenti sui mercati finanziari. NVIDIA ha registrato un'accoglienza tiepida dopo la presentazione dei suoi nuovi chip, mentre Donald Trump continua a proporre nuovi dazi con comunicazioni poco chiare sulle date. Infine, l'oro sta subendo prese di profitto dopo il recente rally. Domani, gli occhi saranno puntati sui dati dell’inflazione in Europa e sugli indicatori chiave della Federal Reserve.

NVIDIA delude il mercato: tra margini più stretti e incertezze sui dazi

La presentazione del nuovo chip Blackwell di NVIDIA non ha entusiasmato gli investitori. Nonostante le buone vendite, il titolo ha chiuso l'after-hour con un calo dell'1,5%. Il motivo? I margini di profitto potrebbero essere più contenuti quest'anno e il settore teme l'impatto delle politiche commerciali statunitensi.

Inoltre, cresce il timore che aziende concorrenti, come DeepSync, possano offrire soluzioni simili a un costo inferiore, comprimendo ulteriormente i guadagni. Questo scenario pesa soprattutto sulle Magnifiche 7 (le big tech statunitensi), che nel 2025 hanno previsto un incremento del 30% negli investimenti in intelligenza artificiale.

Trump e i nuovi dazi: troppa confusione sulle date

Donald Trump continua la sua linea protezionistica con nuovi dazi del 25% sulle auto europee, che dovrebbero entrare in vigore il 2 aprile. Tuttavia, c'è confusione sulle tempistiche, perché altre tariffe doganali per Canada e Messico sarebbero previste già per il 4 marzo. Trump ha menzionato più volte la data del 2 aprile, ma successivamente è stato corretto.

Questa incertezza genera preoccupazione tra gli analisti, soprattutto considerando che la fiducia dei consumatori statunitensi è calata a gennaio. Inoltre, uno studio della Federal Reserve di New York ha evidenziato i potenziali effetti negativi dei dazi sull'economia USA. Resta da vedere se le misure annunciate entreranno davvero in vigore nelle date previste.

L’oro in calo: prese di profitto dopo la corsa al rialzo

Dopo settimane di rialzi, l'oro sta registrando una fase di prese di profitto. Il calo è dovuto a due fattori principali:

  • La fine della speculazione su una possibile rivalutazione delle riserve auree statunitensi.

  • Il rallentamento del flusso di oro da Londra verso gli Stati Uniti.

Nonostante il momentaneo arretramento, la domanda di oro da parte delle banche centrali, in particolare quella cinese, rimane solida. La tendenza di lungo periodo sembra quindi ancora rialzista, con l’oro che continua a essere un asset strategico per diversificare le riserve rispetto al dollaro.

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Cosa aspettarsi domani: focus sull’inflazione

Gli investitori attendono con attenzione i dati preliminari sull’inflazione in Europa, in particolare per Spagna, Germania e Francia. Un altro appuntamento chiave sarà la pubblicazione del Price Consumption Index di gennaio, l’indicatore di inflazione preferito dalla Federal Reserve.

Questi dati potrebbero influenzare le future decisioni di politica monetaria, rendendo la giornata di domani cruciale per i mercati globali.

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Antonio  Cesarano

Macroeconomista e Responsabile Strategia Finanziaria