Trump: dalle parole ai fatti (da domani)

Trump annuncia dazi aggiuntivi su Messico (25%), Canada (25%) e Cina (10%) da domani. Pechino apre al dialogo. Borse sotto pressione, dollaro forte.

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Donald Trump passa dalle parole ai fatti: da domani, 4 febbraio 2025, entreranno in vigore nuovi dazi su Canada, Messico e Cina. Mentre il Messico e il Canada sembrano orientati a misure di ritorsione, la Cina adotta un approccio più negoziale. I mercati reagiscono con incertezza, mentre il dollaro si apprezza. La settimana si preannuncia densa di dati macroeconomici e trimestrali di rilievo.

Trump e i nuovi dazi: le misure annunciate

Dazi su Canada, Messico e Cina

Trump ha annunciato l’imposizione di dazi addizionali del 25% su Canada e Messico e del 10% sulla Cina. Questi si aggiungono a quelli già esistenti, in particolare quelli imposti dalla precedente amministrazione Biden, che aveva fissato tariffe del 100% sulle auto elettriche cinesi, del 50% sui pannelli solari e del 25% sulle batterie per veicoli elettrici. La nuova misura si estende a un’ampia gamma di beni importati dalla Cina, rafforzando la politica protezionistica dell’ex presidente.

Reazioni internazionali: tra ritorsioni e negoziati

Le reazioni internazionali non si sono fatte attendere. Canada e Messico sembrano più propensi a rispondere con contromisure economiche. La Cina, invece, ha adottato un approccio più diplomatico, manifestando la volontà di riprendere e rendere operativi gli accordi commerciali siglati durante la prima presidenza Trump. In particolare, Pechino si dice pronta a rispettare l’impegno di acquistare beni e servizi statunitensi per un valore di 200 miliardi di dollari nei prossimi due anni, un accordo che non era mai stato pienamente attuato.

Reazione dei mercati: incertezza e pressione sui listini

Tassi d’interesse e spread

I mercati finanziari hanno reagito con nervosismo all’annuncio dei nuovi dazi. I tassi statunitensi stanno tentando una risalita, con il timore di un aumento dell’inflazione. Al contrario, i tassi in area euro restano bassi, portando a un allargamento dello spread tra i rendimenti dei titoli di Stato americani e quelli tedeschi. Attualmente, il differenziale tra il tasso a due anni statunitense e quello tedesco è di 220 punti base, in aumento rispetto ai 200 punti base di venerdì scorso.

Apprezzamento del dollaro e calo delle borse

L’apprezzamento del dollaro è una conseguenza diretta delle nuove tensioni commerciali. Il rafforzamento della valuta statunitense è legato alla maggiore incertezza sui mercati e alla percezione di un’economia americana più solida rispetto a quella europea. Intanto, i mercati azionari sono sotto pressione: gli investitori, che inizialmente speravano che Trump non procedesse con l’applicazione effettiva dei dazi, si trovano ora a dover fare i conti con una nuova fase di protezionismo economico.

Settimana cruciale: dati macro e trimestrali in arrivo

Indicatori economici attesi

La settimana in corso sarà caratterizzata dalla pubblicazione di diversi dati macroeconomici chiave. Tra i più attesi ci sono l’inflazione dell’Eurozona per il mese di gennaio, l’indice ISM manifatturiero e quello dei servizi negli Stati Uniti. Un focus particolare sarà rivolto al mercato del lavoro statunitense, con i dati in uscita venerdì prossimo.

Trimestrali di Alphabet e Amazon

Sul fronte aziendale, sono attesi i bilanci di due colossi della tecnologia: Alphabet (Google) presenterà i suoi risultati il 4 febbraio, mentre Amazon seguirà il 6 febbraio. Questi dati saranno fondamentali per comprendere lo stato di salute del settore tecnologico e il suo impatto sull’andamento dei mercati.

La settimana si preannuncia quindi densa di eventi, con le nuove misure di Trump che potrebbero avere ripercussioni significative sulle dinamiche economiche globali.

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Antonio  Cesarano

Macroeconomista e Responsabile Strategia Finanziaria