Trump alza i dazi: nuovi rincari e mercati impassibili
Trump annuncia dazi al 50% sul Brasile e un possibile 10% per l’UE, ma i mercati restano impassibili: S&P 500 vicino ai record, performance disomogenee delle “Magnificent 7” e spinta del retail.

Perché, nonostante le nuove tariffe al 50% sul Brasile e le voci di un 10% per l’UE, i mercati restano impassibili? Continua a leggere per capire l’impatto sugli investitori retail, l’attesa per inflazione USA e le mosse della Fed.
Politica dei dazi su Brasile e Unione Europea
Il presidente Trump conferma la stretta sulle importazioni: dazi al 50% per il Brasile e possibili aliquote al 10% per l’Unione Europea. Dopo il Liberation Day del 2 aprile, è stato concesso uno slittamento fino al 1° agosto per trattative ulteriori. Il ministro del Tesoro Bessent ha spinto per estendere i termini, ma ora si attende la decisione ufficiale che riguarderà direttamente i partner europei, con il timore di tensioni commerciali crescenti.
Mercati finanziari e S&P 500 ai massimi storici
Reazioni limitate rispetto ad aprile
Nonostante l’aumento delle tariffe, i mercati sembrano meno spaventati rispetto a poche settimane fa. L’indice S&P 500 si aggira intorno ai 6.300 punti e tenta nuovi record. Nvidia, tra i titoli di punta, ha raggiunto una capitalizzazione di 4.000 miliardi di dollari, segnando un record storico non solo in termini di prezzo ma soprattutto di valore complessivo.
Dispersione nei “Magnifici Sette”
All’interno del gruppo delle sette grandi, però, si osserva una marcata dispersione di performance. Meta guida con un +25% da inizio anno, mentre Apple (-16%) e Alphabet (-7%) arrancano. Tesla mostra il peggior andamento (-27%), influenzata anche da tensioni politiche. Questo scenario di massimi con rendimento non omogeneo riflette una fase di volatilità più selettiva.
Il ruolo degli investitori retail
Stando ai dati di Vanda Research, il retail statunitense si conferma protagonista: uno dei semestri con maggiore presenza in acquisti di azioni e opzioni. Questo fenomeno, grazie all’effetto leva delle opzioni, esercita un’ulteriore spinta sull’andamento dei corsi azionari, quasi come se il popolo di Capitol Hill tifasse per i titoli durante le congiunture chiave.
Inizio delle trimestrali e attesa per l’inflazione USA
Quarter bancario dal 15 luglio
Le trimestrali statunitensi partono il 15 luglio con il settore bancario sotto i riflettori. I numeri delle grandi banche forniranno un termometro sulla solidità del comparto, in una fase in cui la fiducia degli investitori è già sottoposta a test continui.
Dato inflazione giugno e prospettive Fed
Il 15 luglio arriverà anche il dato sull’inflazione USA di giugno, cruciale per le decisioni della Federal Reserve. Le minute dell’ultimo meeting mostrano divisioni interne: la maggioranza prevede almeno un taglio dei tassi entro fine anno, ma rimane aperto il dibattito su “quando” e “quanto”. Il report sull’inflazione sarà la chiave per dirimere questo dilemma.
Le incognite della Federal Reserve
Con l’azionario sui massimi e i dazi in ascesa, la Fed naviga in acque agitate. Le aspettative di un taglio dei tassi entro dicembre coesistono con dati macro ancora robusti. Gli investitori monitorano ogni segnale, pronti a rivedere posizioni in vista delle prossime mosse.
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