Tra oro e dollaro: chi comanda davvero?

L’oro supera i 4.000 $/oncia spinto dagli acquisti delle banche centrali e dagli ETF. Tra rischi geopolitici e dollaro forte, il metallo giallo torna protagonista dei mercati globali.

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Il prezzo dell’oro ha raggiunto livelli storici, sostenuto da un mix di acquisti istituzionali, flussi negli ETF fisici e timori legati a rischi geopolitici e alla centralità del dollaro nel sistema valutario.

Chi compra e perché: il ruolo delle banche centrali

Il fenomeno principale dietro il rally è l’aumento degli acquisti di oro da parte delle banche centrali. Questa tendenza, intensificata dopo la guerra in Ucraina del 2022, ha visto protagonisti paesi molto diversi tra loro: dalla Cina e dall’India alla Polonia e alla Repubblica Ceca, tra i principali acquirenti a livello globale.

Una motivazione geopolitica

Le banche centrali acquistano oro anche per motivi geopolitici. Il metallo giallo offre un rifugio in un contesto in cui si teme un indebolimento strutturale del dollaro e una maggiore frammentazione del sistema valutario internazionale.

Investitori e ETF: il ritorno della domanda fisica

Negli ultimi mesi anche gli investitori privati e istituzionali hanno incrementato le posizioni in oro, come mostrano i dati sugli ETF fisici tornati ai massimi dal settembre 2022. L’oro torna così a essere considerato una copertura efficace contro volatilità, inflazione e tensioni geopolitiche.

Dal “dosaggio chirurgico” a una strategia più strutturata

Se un tempo l’oro era presente nei portafogli solo in piccole quantità, oggi molti strategist suggeriscono di elevarne la quota fino al 10–15%, segno di un cambiamento strutturale nella percezione del metallo prezioso come asset strategico.

La correlazione inattesa con il dollaro forte

Contrariamente alle dinamiche tradizionali, il rafforzamento dell’oro avviene in parallelo con un dollaro in ascesa. Un apparente paradosso che si spiega con diversi fattori:

  • la minore necessità di coperture valutarie su asset statunitensi,
  • la preferenza per l’oro come difesa dal rischio di un dollaro meno centrale,
  • le incertezze politiche ed economiche nell’area euro.

Fed, tassi e incertezza macro

I verbali della Federal Reserve mostrano opinioni divergenti tra chi teme un rallentamento del mercato del lavoro e chi resta concentrato sull’inflazione. Nonostante l’ultimo taglio dei tassi, l’orientamento della banca centrale resta incerto, complice anche lo shutdown che blocca la pubblicazione dei dati economici ufficiali.

Europa e politica: instabilità in primo piano

Le tensioni politiche europee, con l’attesa per la nomina di un nuovo premier e il rischio di elezioni anticipate in Francia, contribuiscono a un clima di prudenza sui mercati. Anche questo contesto alimenta la ricerca di asset rifugio.


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Antonio  Cesarano

Macroeconomista e Responsabile Strategia Finanziaria