Tassi in rialzo e Fed in arrivo: i mercati attendono segnali decisivi

Tassi a lungo termine in salita, attesa per la Fed e nuove tensioni globali: dalle mosse del Giappone alla sfida sui dazi USA, fino ai chip e alla politica europea.

Caffè con Cesarano ristretto cover

Un contesto di mercato in tensione

I tassi a lungo termine continuano a salire alla vigilia della riunione della Federal Reserve. Il decennale statunitense si avvicina al 4%, il Bund tedesco sfiora il 2,90% e il BTP italiano viaggia intorno al 3%.

Il mercato dà per probabile un taglio dei tassi di 25 punti base, ma non è esclusa una sorpresa: la Fed potrebbe annunciare iniezioni di liquidità attraverso acquisti di Treasury Bills per sedare le tensioni sul mercato monetario.

Segnale di prudenza: il mercato ha rivisto le aspettative, cancellando uno dei quattro tagli attesi e abbassando il numero di riduzioni previste a tre, incluso quello imminente.

Venti di rialzo dal Giappone

Possibile stretta della Bank of Japan

L'epicentro dell'aumento sui tassi lunghi sembra provenire dal Giappone: nella riunione del 19 dicembre la Bank of Japan potrebbe decidere un rialzo dopo anni di politica ultra-espansiva. Questa prospettiva contribuisce a spingere verso l'alto i rendimenti a lungo termine a livello globale.

La variabile USA: la sentenza sui dazi

Negli Stati Uniti è attesa una sentenza della Corte Suprema sulla validità giuridica dei dazi introdotti dall'amministrazione Trump. La decisione, ipotizzata tra la fine del 2025 e l'inizio del 2026, potrebbe avere ripercussioni significative sui conti pubblici e sui mercati dei rendimenti.

  • Se i dazi fossero giudicati illegittimi, le entrate fiscali legate ai dazi diminuirebbero.
  • Questa perdita di entrate potrebbe tradursi in tassi più alti temporaneamente.
  • Eventuali nuovi dazi verrebbero probabilmente fondati su basi legali diverse e meno solide, con impatti incerti su entità e durata.

AI e tecnologia tra trimestrali e chip

Oracle e i timori sul mondo AI

La trimestrale di Oracle è seguita con attenzione: è diventata in parte simbolo dei timori per l'eccesso di investimento nel settore dell'intelligenza artificiale e per i livelli di indebitamento che ne derivano.

La mossa sui chip e la reazione cinese

Il presidente Trump ha autorizzato la vendita alla Cina dei chip Nvidia H200 (non di ultimissima generazione); la misura potrebbe estendersi ad aziende come AMD e Intel. Tuttavia, la Cina pare in molti casi rifiutare l'acquisto di chip Nvidia per favorire lo sviluppo interno e ridurre la dipendenza dalle forniture statunitensi.

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Antonio  Cesarano

Macroeconomista e Responsabile Strategia Finanziaria