Powell a rischio? Le mosse di Trump e lo scossone ai mercati

Trump minaccia Powell con accuse e possibili rimozioni: i mercati reagiscono tra tensioni e rimbalzi. Intanto, occhi puntati sulle vendite al dettaglio USA e sull’impatto dei dazi.

Caffè con Cesarano ristretto cover

Un botta e risposta ad alta tensione tra la Casa Bianca e la Federal Reserve ha fatto tremare i mercati. Ecco cosa è successo davvero.

Licenziamento Powell? La bozza è sul tavolo

La giornata di ieri è stata scossa da una clamorosa indiscrezione: il presidente Donald Trump avrebbe mostrato una bozza di lettera di licenziamento per Jerome Powell, attuale presidente della Federal Reserve, a un gruppo di esponenti repubblicani al Congresso.

Poche ore dopo, Trump è intervenuto per smentire pubblicamente l’intenzione di rimuovere Powell, sostenendo che l’idea proveniva da altri e che lui stesso avrebbe “frenato” la proposta. Tuttavia, ha aggiunto un dettaglio non irrilevante: Powell potrebbe essere messo sotto accusa per aver autorizzato spese eccessive per ristrutturazioni degli edifici della Fed.

Leggi anche: Trump pensa di licenziare Powell: Wall Street gira in ribasso

Mercati in fibrillazione: tassi e dollaro sotto pressione

Le tensioni politiche hanno avuto effetti immediati sui mercati. I tassi dei Treasury si sono spinti nuovamente verso il 4,30%, mentre il dollaro ha perso quota fino a toccare 1,17 sull’euro. Le borse, inizialmente in crescita, hanno limato i guadagni.

Solo dopo la smentita ufficiale da parte di Trump, il mercato ha iniziato a rientrare sui propri passi: il dollaro ha recuperato terreno e l’S&P 500 ha consolidato nuovamente sopra i 6300 punti.

Un successore di Powell già all’orizzonte?

Sebbene l’ipotesi di un licenziamento immediato sembri improbabile, si fa strada un altro scenario: Trump potrebbe annunciare a breve un candidato alla successione di Powell, pronto a entrare nel Board della Fed nel caso di dimissioni anticipate di un membro.

Wall Street regge grazie ai semiconduttori

Nonostante le tensioni, i mercati azionari americani restano in equilibrio grazie soprattutto alla forza del comparto semiconduttori. In particolare, Nvidia continua a stabilire nuovi record di capitalizzazione, avvicinandosi ai 4200 miliardi di dollari.

Retail e investitori istituzionali: due mondi a confronto

A sostenere i mercati è soprattutto la presenza degli investitori retail, più inclini a “comprare sul calo” e meno preoccupati dalle uscite di Trump, viste come parte di una strategia negoziale. Al contrario, i grandi gestori istituzionali restano cauti: secondo l’ultimo sondaggio di Bank of America Merrill Lynch, continuano a mantenere un sottopeso marcato sull’azionario USA e una posizione corta sul dollaro.

Occhi puntati sulle vendite al dettaglio USA

Oggi l’attenzione si sposta sui dati delle vendite al dettaglio di giugno: un indicatore chiave per capire quanto i dazi stiano influenzando la crescita e se l’inflazione stia tornando a farsi sentire anche dal lato dei consumi.


Scegli la tua piattaforma e ascolta il podcast


Hai dubbi o domande? Scrivici

Risponderemo nel prossimo episodio

Questo campo non può essere vuoto
Questo campo non può essere vuoto

Antonio  Cesarano

Macroeconomista e Responsabile Strategia Finanziaria