Nvidia vola, AI spaventa e si profila una tregua Russia‑Ucraina

Nvidia stupisce nei conti, la Fed valuta misure di liquidità mentre emergono indiscrezioni su un piano di pace in 28 punti tra Russia e Ucraina.

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Trimestrale Nvidia e boom dell’intelligenza artificiale

Nvidia ha sorpreso ancora i mercati con una trimestrale al di sopra delle attese, spingendo il titolo a guadagnare tra il +5 % e +6 % dopo l’orario di chiusura. Il CEO Jensen Huang ha dichiarato di aver già venduto gran parte della produzione futura di GPU, essenziali per alimentare i carichi di lavoro di intelligenza artificiale.

Nonostante le restrizioni sulle vendite in Cina, arriva una notizia positiva: l’amministrazione Trump ha autorizzato l’esportazione dei chip Nvidia verso il mondo arabo, dove si sta rapidamente sviluppando un hub IA alimentato dall’energia derivante dal petrolio.

Regolamentazione e export

Al Congresso USA si starebbe discutendo un disegno di legge sull’intelligenza artificiale che, se modificato, potrebbe rendere più semplice per Nvidia esportare i suoi chip. Il provvedimento in esame imporrebbe obblighi di priorità alle aziende americane, ma la nuova versione potrebbe eliminarli, favorendo le esportazioni.

Un possibile piano di pace: la tregua Russia‑Ucraina

Indiscrezioni di stampa riportano un piano in 28 punti mediato dagli Stati Uniti che potrebbe dare importanti concessioni alla Russia: tra queste, la cessione del Donbass, il dimezzamento dell’esercito ucraino, il riconoscimento del russo come lingua ufficiale e lo svolgimento di elezioni.

Con l’approssimarsi dell’inverno, la Russia intensificherebbe gli attacchi per consolidare i guadagni territoriali, mentre l’Ucraina potrebbe trovarsi in difficoltà finanziarie e logistiche per continuare la guerra, così come evidenziato anche da Ursula von der Leyen.

Uno dei nodi principali rimane lo sblocco delle riserve russe congelate: circa 140 miliardi di euro depositati presso Euroclear in Belgio, su cui non si troverebbe ancora un accordo per liberare le risorse, temendo contestazioni giuridiche in caso di appropriazione.

Fed sotto pressione: liquidità alternativa e possibile QE mirato

La Federal Reserve sta cercando di stimolare le banche americane a utilizzare una linea di liquidità, ma molte di esse rifiutano per non rendere pubblici problemi di bilancio. A usare la linea significherebbe infatti ammettere il proprio disagio davanti alla Fed.

In mancanza di adesione, la banca centrale potrebbe optare per un’iniezione mirata di denaro, comprando titoli come T‑bill o BIS (bot americani) in una sorta di quantitative easing puntuale.

Dati sul lavoro e impatto sui tassi

Domani saranno diffusi i dati sul mercato del lavoro USA di settembre, importanti perché la Fed deciderà la sua prossima mossa senza contare su ottobre e novembre. Molti analisti ritengono più probabile un eventuale taglio dei tassi a gennaio, anziché nella riunione di dicembre, vista la mancanza di numeri aggiornati.

In seguito all’annuncio, il dollaro si è rafforzato, indicando che gli investitori sono già orientati verso una Fed più cauta sul taglio immediato.

Prospettive e rischi

  • Se il piano di pace sarà realmente accettato, la mappa geopolitica dell’Ucraina potrebbe cambiare radicalmente.
  • Per Nvidia, la forza della domanda IA potrebbe durare, ma il rischio regolatorio e di bolla resta.
  • Una mossa aggressiva della Fed per la liquidità darebbe respiro ai mercati, ma potrebbe anche sollevare timori su una nuova espansione monetaria.

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Antonio  Cesarano

Macroeconomista e Responsabile Strategia Finanziaria