Lavoro USA in calo: mercati in allarme e Fed verso taglio tassi

Il mercato del lavoro USA mostra segni di rallentamento. Reazioni immediate da Wall Street e possibili tagli dei tassi da parte della Fed in arrivo. Cosa aspettarsi ora?

Caffè con Cesarano ristretto cover

Il mercato del lavoro USA segnala forte rallentamento dopo le drastiche revisioni al ribasso dei dati dei mesi precedenti a luglio. Trump licenzia la responsabile della pubblicazione dei dati sul lavoro e annuncia a breve la nomina del successore di Powell. Il retail Usa appare meno presente sui mercati azionario, come testimoniato dalla sottoperformance de basket retail. Questa settimana calendario macro meno denso con ISM servizi e aste Treasury.

Mercato del lavoro USA: segnali di cedimento

Il mercato del lavoro statunitense ha registrato un inatteso colpo di freno. I dati pubblicati venerdì scorso hanno ribaltato le aspettative degli analisti: le revisioni dei mesi precedenti hanno mostrato addirittura cali occupazionali, smentendo l’ottimismo recente. Il caso più eclatante riguarda giugno, con il dato governativo completamente ridimensionato.
 

Reazione dei mercati: cambio di rotta sulla politica monetaria

Il rallentamento ha spinto gli operatori a rivedere le previsioni sui tassi d'interesse. L’ipotesi che la Federal Reserve possa tagliare i tassi di 125 punti base nel prossimo anno ha preso forza. Il mercato ora prezza una politica monetaria molto più espansiva di quanto immaginato solo poche settimane fa.
 

Tensioni politiche e mosse della Casa Bianca

La risposta della Casa Bianca non si è fatta attendere: Trump ha licenziato la responsabile del Dipartimento del Lavoro, responsabile delle statistiche occupazionali. Inoltre, si avvicina la scelta del successore di Jerome Powell, il cui mandato scade nel 2026. La recente dimissione di Angela Kruger, membro della Fed, apre la porta a una nuova nomina che potrebbe diventare decisiva nella futura leadership della banca centrale.

Il rallentamento si riflette anche su prezzi e profitti. Le scorte aziendali accumulate prima dei dazi si stanno esaurendo, e i nuovi beni saranno più costosi. Le imprese si troveranno così a dover assorbire in parte i rincari, comprimendo i margini.
 

Diminuisce l’effetto “taco”: investitori più cauti

L’effetto “taco” — la strategia di comprare ai segnali di tensione sperando in un allentamento successivo — sembra perdere smalto. I basket monitorati da Goldman Sachs hanno perso quasi il 4% da inizio mese, segno che gli investitori stanno diventando più prudenti, mentre si affievolisce il supporto dei buyback aziendali.
 

Banche centrali protagoniste nei prossimi giorni

La settimana sarà meno densa di dati macro ma non priva di eventi chiave. Occhi puntati sull’ISM dei servizi dopo il deludente dato manifatturiero. Inoltre, si attende un nuovo taglio dei tassi dalla Bank of England, segnale che le banche centrali si stanno coordinando verso una politica più accomodante.

Il rallentamento del lavoro negli USA segna un punto di svolta. Con l’economia sotto pressione, cresce l’attesa per le prossime mosse della Federal Reserve. I mercati, sempre più nervosi, aspettano ora segnali concreti: un possibile taglio dei tassi potrebbe diventare la chiave per rilanciare fiducia e stabilità.
 

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Antonio  Cesarano

Macroeconomista e Responsabile Strategia Finanziaria