Il rally dell’oro: banche centrali ed ETF sul podio

L’oro supera i 3.800 $/oncia tra acquisti di banche centrali ed ETF, mentre geopolitica e dati macro USA ed europei ridisegnano gli equilibri dei mercati.

Caffè con Cesarano ristretto cover

L’oro continua a infrangere record storici, superando la soglia dei 3.800 dollari per oncia. Un risultato che riflette non solo la forza della domanda, ma anche una complessa rete di fattori geopolitici ed economici che stanno ridisegnando il panorama finanziario globale.

Il ruolo delle banche centrali e degli ETF

Le banche centrali globali restano i principali attori di questo rally. Molte stanno non solo acquistando nuovo oro, ma anche riportando nei propri Paesi le riserve detenute all’estero. La Bundesbank tedesca avrebbe avviato nuove richieste alla Federal Reserve di New York, mentre la banca centrale indiana sta seguendo una strategia simile con l’oro custodito presso la Bank of England.

A questo si aggiunge il contributo degli ETF fisici, che hanno riportato le riserve di oro ai livelli massimi dall’ottobre 2022. Nonostante il calo della domanda di gioielli — che rappresenta circa il 45% della domanda complessiva — i flussi istituzionali e geopolitici mantengono elevata la pressione sui prezzi.

Geopolitica e difesa europea

Gli sviluppi geopolitici stanno influenzando fortemente i mercati. Negli Stati Uniti, il ministro della Difesa ha convocato a sorpresa un incontro con circa 800 generali, alimentando le speculazioni su una possibile nuova strategia militare. Secondo alcune ipotesi, Washington potrebbe ridurre il focus sulla Cina per privilegiare la stabilità interna e la difesa dei confini.

Questo cambio di rotta ridurrebbe la percezione di supporto americano verso l’Europa. Non a caso, il cancelliere tedesco ha aperto alla possibilità di utilizzare le riserve russe congelate come fonte di prestiti per l’Ucraina, per un valore compreso tra 140 e 170 miliardi di euro. Parallelamente, cresce l’attenzione sugli investimenti nella difesa europea, in particolare nel settore dei droni.

Il fattore Cina

La Cina si muove con fermezza nei negoziati commerciali. Secondo indiscrezioni, Xi Jinping chiederebbe non solo il mancato sostegno degli Stati Uniti all’indipendenza di Taiwan, ma addirittura una opposizione esplicita. Un segnale che dimostra come Pechino stia sfruttando le tensioni geopolitiche per rafforzare la propria posizione negoziale.

Mercati in attesa dei dati macroeconomici

Oltre all’oro e alla geopolitica, la settimana sarà cruciale sul fronte macroeconomico. Negli Stati Uniti sono attesi i dati sugli ISM manifatturieri e servizi, ma soprattutto il report sul mercato del lavoro di settembre, considerato dagli operatori il principale punto di attenzione. In Europa, l’attenzione sarà rivolta all’inflazione preliminare dell’area euro.

Se venisse confermata la possibilità di utilizzare le riserve russe congelate, ciò potrebbe avere un impatto anche sull’euro, inducendo alcuni detentori a ridurne l’esposizione e spingendo così la valuta verso il basso.


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Antonio  Cesarano

Macroeconomista e Responsabile Strategia Finanziaria